venerdì 26 novembre 2021

Napoli

 Siamo così abituati a considerare Napoli unica nel suo genere che quasi non ci meravigliamo più quando consideriamo le sue caratteristiche specifiche. Il carattere delle persone, la loro propensione alla benevolenza, all’accoglienza, all’allegria spiritosa. Gli sfizi napoletani nel mangiare sono noti in tutto il mondo e sono innumerevoli. La più nota è la pizza, ma ci sono le sfogliatelle, il babà, i famosi sughi al ragù e alla genovese (naturalmente sconosciuto a Genova), il casatiello pasquale e tante altre specialità. Le bellezze naturali ci sono e restano mozzafiato anche per chi ne è abituato… ma mi è capitato di riflettere su un fenomeno particolare napoletano : le canzoni, che abbondano in quantità e in qualità sconosciute in altre parti del mondo. Forse in Andalusia esiste qualcosa di analogo ma in tono minore. Oggi c’è un’opportunità nuova che è la musica su YouTube. Mentre da ragazzo per sentire una canzone bisognava ascoltarla alla radio, che ti regalassero un disco o sentirla cantata dalla cameriera intenta alle pulizie del piano di sopra, ora basta cercare su YouTube e trovi centinaia di canzoni napoletane, tutte di prima fila, che, devo ammettere, mi aiutano nei momenti di scarsa voglia di lavorare. Tanta abbondanza fa riflettere. Cosa c’è, perché succedono queste cose a Napoli e non altrove? Subito viene in mente qualche motivo storico: i teatri lirici all’avanguardia nel passato, i compositori di musica classica, il clima, la tradizione… tutti motivi veri e fondati ma il fatto resta: i napoletani, con i loro difetti, sono speciali. Hanno cuore: diciamolo pure. C’è una civiltà dell’amicizia, della convivenza e del buon umore che non sono qualità da poco. Napoli predispone alla fede, alla speranza e alla carità: nientemeno le tre virtù teologali, che sono un dono di Dio ma trovano qui un terreno favorevole. Per questo io credo (è una mia convinzione personale) che Napoli sia oggi come era Corinto ai tempi di San Paolo. Una città tumultuosa, un porto di mare, ma resta l’ispirazione dello Spirito Santo (Atti degli Apostoli, 18): “Una notte, in visione, il Signore disse a Paolo: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e … in questa città io ho un popolo numeroso».”

 


venerdì 5 novembre 2021

Ebbene sì

 Ebbene sì, non sono soddisfatto del mio essere cristiano. Per troppi anni ho vissuto in una società che pone Dio in una posizione ridicola all’interno della propria vita. E va a finire che anch’io corro questo rischio. Vedo molti che si rallegrano per piccole cose ma soprattutto si affliggono per tante cose di cui non vale proprio la pena. Insomma la vita, fuori di una visione di fede, diciamolo pure, è una vita SBALLATA.

Voglio una vita spericolata, cantava una nota canzone, ebbene mi pare che molti vivono in maniera pericolosa per sé. Altro che Steve McQueen!

Parto dalla mia esperienza. A un certo punto della mia vita ho deciso di basare la mia vita su scelte di fede. Non mi fermo ai dettagli. Sta di fatto che quando mi metto davanti al Signore, per un po’ soffro dell’agitazione interiore comune a tutti. Poi a un tratto mi fermo e mi rendo conto che mi sto muovendo come in un tubicino mentre attorno a me c’è uno splendore di luce e un calore di amore. Vedo che tutti gli acciacchi, le preoccupazioni, le ansie per le sofferenze altrui, non solo le mie … si sciolgono davanti all’abbraccio di mio Padre Dio.

Allora trovano il loro senso le parole di Gesù che sembrano troppo crude quando si leggono a freddo. 

“Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me; e chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me” (Mt 10,37)

“Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me dissipa” (Mt 12)

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.” (Gv 6,51)

Gesù non mi dice: ti mostro la strada… Dice. Io sono la via. Non dice: ti insegno la verità ma io sono la verità. Non dice: ti porto la vita ma io sono la vita. Non dice: Io ho visto il Padre e ti racconto del Padre ma: chi ha visto me ha visto il Padre.

La conseguenza è che la fede non consiste in qualcosa di psicologico, come comunemente si crede, ma significa stare in una reale relazione e connessione: non vivo più come me stesso ma è Cristo che vive in me.

Dio è Padre e Cristo è il suo farsi presente, la sua apparizione.

Potrei continuare con frasi conturbanti, frasi comunemente messe dalla memoria in comode nicchie perché vadano prese sul serio fino a un certo punto…

Sta di fatto che mi sento un principiante: un principiante abbastanza ridicolo perché sono anni che rifletto su queste cose. Poi mi consolo perché è la pedagogia di Dio che mi mette nel ridicolo. Come posso dire: io sono un altro Cristo, sono lo stesso Cristo? Sento che faccio ridere una platea immensa eppure Gesù mi prende per mano e, con infinita pazienza, mi porta avanti…