mercoledì 3 agosto 2011

La cartolina dell'8 agosto ricorda don Giussani e il Meeting di Rimini




I giovani. La prima impressione del Meeting sono stati i giovani: volontari, hostess e autisti. Gli autisti: ognuno con una professione diversa e interessante. Nessuno faceva l’autista di mestiere ma tutti egualmente dedicavano volentieri le loro ferie per servire. Servire, una parola ormai desueta che al Meeting diventa splendida, come è giusto per i cristiani. Mi emoziona che Gesù, prima di darci il suo corpo e il suo sangue nell’ultima  cena, abbia sentito il bisogno di lavare i piedi ai suoi amici, a noi, in modo che rimanesse chiaro che il servizio è il distintivo del cristiano.
  Poi viene la capacità organizzativa degli animatori del Meeting che è un unicum nel panorama italiano e, nello stesso tempo, è espressione dell’italianità più autentica. Nel Meeting ho visto gli italiani veri, quelli che hanno cuore e testa, inventiva e laboriosità. Per me i 150 anni dell’Italia  si vedono e si toccano al Meeting.
  Al Meeting si incontra don Giussani. Vive nello sguardo e nelle parole dei protagonisti. Anni fa sono intervenuto per la presentazione di una raccolta di canzoni napoletane cantate da Tito Schipa delle edizioni Spirto Gentil. Nell’introduzione don Giussani raccontava che aveva incontrato dei monaci buddisti giapponesi che pregavano cantando Torna a Surriento! A Giussani, milanese, piacevano le canzoni napoletane perché gli piaceva l’umanità, quell’umanità che Gesù aveva impersonato diventando come noi. Il predicatore dell’evento, dell’incontro con Gesù, si commuoveva con le canzoni di quella città così tribolata e così umana. Grazie don Giussani, grazie anche per averci regalato il Meeting.

1 commento:

  1. questa dei monaci buddisti giapponesi che pregavano cantando "Torna a Surriento" veramente mi sorprende molto: "na sera e maggio" sarebbe stata molto più adatta all'orazione!!!

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