sabato 28 giugno 2014

Pubblicare o no le lettere che mi arrivano?

Finora non ho pubblicato lettere ricevute a proposito dei miei libri: mi sembra un autopromozione fuori luogo. Faccio un'eccezione per queste due perché spero che facciano del bene.

 
Caro Pippo! Mi sento di chiamarti così dato che con questo nome ti ho conosciuto. Oggi ho visto che è il tuo compleanno e ho deciso di scriverti dopo ormai tre anni che ho letto il libro “Preferisco il Paradiso”. Intanto auguri! Spero di farti un piccolo regalo scrivendoti queste due parole. In un periodo molto duro e buio mi è capitato per caso di avere per le mani il tuo libro..era un momento in cui soffrivo così tanto che non riuscivo a parlare con nessuno né volevo cercare risposte. Eppure, quando avevo particolari momenti di sconforto, oltre ad andare davanti a qualunque Tabernacolo, prendevo il libro e lo leggevo. Ero stata vicina all'Opera ma poi non più..e l'unica salvezza in quei mesi era la mia preghiera a tu per Tu con Dio. Trovavo nel tuo libro come una voce amica che mi faceva vedere cose che non volevo sentire da nessuno. In poche parole..davvero mi ha accompagnato su quella strada che poi a poco a poco, con TANTA Grazia, si è appianata facendomi vivere tutta la potenza della Risurrezione e la chiarezza della mia vocazione. Ormai appunto è passato qualche anno ma non posso non ricordare con grandissimo affetto “Preferisco il Paradiso” e il suo autore. Con questo voglio dirti grazie per essere stato fedele a Dio quando ti chiedeva di parlare a molte persone, scrivendo. E' davvero incredibile come i nostri gesti arrivino così lontano, anche a chi non conosciamo e in molti casi siano determinanti per la vita delle persone. Tanto da essere parte di veri e propri miracoli.. Tanti auguri e buon proseguimento!! 

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Un pezzo di Lei alle Maldive... Ho regalato questo libro ad una amica in partenza x le Maldive e mi ha mandato questa foto, ringraziandomi per la bellezza delle cose lette.. Mi sembrava carino farglielo sapere e ringraziarla a mia volta



mercoledì 25 giugno 2014

Mi fido delle persone che hanno devozione alla Madonna

 
Io mi fido delle persone che hanno devozione alla Madonna. E’ un’affermazione generica che può sembrare ingenua ma ha il suo fondo di verità. E’ difficile che una persona abbia un tenero affetto per Maria e poi sia un mascalzone a tutto tondo. Viceversa i popoli che non hanno nella loro cultura la devozione alla Madonna sono più portati agli eccessi e alla crudeltà. La moglie di Scott Hann descrive il suo avvicinamento al cattolicesimo nel libro  “Rome sweet home” (ed. Ares in italiano). Figlia di un pastore protestante, racconta come la resistenza maggiore per avvicinarsi al cattolicesimo fosse proprio la devozione mariana: in particolare le restava un’innata repulsione a recitare l’Ave Maria. Un giorno in chiesa una bambina si avvicina e le chiede: “il confessore mi ha detto di recitare un’Ave Maria, mi aiuti a recitarla?”. E così Kimberly per la prima volta recitò un’Ave Maria. L'apertura del cuore alla Madonna è l'inizio della pace di Cristo nell'anima. Maria è una garanzia di ortodossia ed è madre dell’amore bello. Chi l’ama diventa una persona dolce ed equilibrata, affidabile e capace di comprensione. I popoli devoti a Maria sono allegri ed umani, cantano e ballano. Maria ci preparara la strada sicura e libera dai pericoli, anche se non ce ne rendiamo sempre conto. L'invito di Gesù ad essere come bambini si realizza mettendosi nelle sue braccia. Nei pericoli mi afferro al suo manto azzurro e mi sento sicuro. La Trinità è famiglia e che famiglia c'è senza una madre?

giovedì 19 giugno 2014

Tutto il resto in sovrappiù


Grande Ratzinger. Ogni volta che leggo pagine scritte da lui c’è una freccia che mi colpisce. Scrive: “nel Vecchio Testamento tra Dio e l’uomo non c’è comunione: la trascendenza del Creatore è insormontabile”. Solo in seguito, con l’Incarnazione di Dio, l’uomo entra in comunione con Gesù. Il nostro punto d’arrivo è San Paolo quando dice: “Vivo, ma non sono più io che vivo: è Cristo che vive in me” (Gal 2,20). La legge, le tradizioni sono legate all’Antico Testamento, nel Nuovo si apre, in più, il grande spazio dell’interiorità, del dialogo con Dio che è diventato “Abbà”, Papà, Padre nostro e non più l’Innominabile. Ci colpiscono e stimiamo le tradizioni ebraiche e le preghiere musulmane. Noi abbiamo le parole del cuore con un Dio che si presenta come Sacro Cuore.  La vocazione del cristiano è l’identificazione con Gesù, che avviene soprattutto col sacramento della Comunione. La comunione con Dio! Chi ha questo dono? In quale religione c’è qualcosa di simile? Dice Ratzinger “ Ricevere il Signore nell’Eucaristia significa entrare nell’essere di Cristo”. Anch’io che non sono nulla, non ho nulla, non so nulla, sono chiamato a quest’identificazione ma l’iniziativa non è mia. E’ Gesù che pilota la barca, io sono un garzone che pulisce il ponte. La mia preghiera è il silenzio perché Gesù parli, perché Maria mi accudisca. Occorre gridare perché i cristiani ambiscano a quest’identificazione. Tutto il resto (la vita matrimoniale, professionale, civile, politica) ci viene dato in sovrappiù.


Il nuovo libro per l'estate di Costanza Miriano

Costanza Miriano nel suo libro più recente, “Obbedire è meglio”, mette insieme le due tecniche di racconto che prediligo. La prima è  raccontare i fatti propri mescolandoli ai fatti degli altri. Sembra strano ma tanti ignorano quali sono i livelli di attenzione. Il primo livello è quando si raccontano i fatti propri (uno si chiede perché, ma è così). Il secondo livello è quando si raccontano i fatti degli altri. Il terzo è quando si usano immagini, parabole, metafore, fiabe. Il quarto livello, il più basso, è  quando si fanno teorie: in genere chi scrive ha studiato all’università ed ha assimilato il metodo scientifico, crede di essere almeno un piccolo Aristotele e riesce a far stramazzare di noia anche il più volenteroso lettore. Costanza ti seduce raccontandoti tutti i guai che ha combinato lungo la giornata assieme alla descrizione pittoresca di ciò che fa e non fa una sua amica e poi… Questo è il punto: ciò che spunta alla fine. Siamo condotti alla conclusione portati da una corrente di buonumore, come se andassimo nel paese dei balocchi e invece ci si trova ai vertici di un trattato di ascetica e mistica ovvero di un corso di teoria e tecnica della spiritualità e santificazione. In fondo Costanza viene incontro ad un’esigenza forte e urgente che è la domanda di come ci si possa identificare con Cristo vivendo con molti figli, con l’orario d’ufficio, con le difficoltà del traffico, con i mille impegni necessari o superflui e dovendo pagare tante tasse. Se uno scorre nel messale le festività dei santi trova una sequenza di personaggi meravigliosi (fondatori, regnanti, monaci, papi…) nessuno dei quali ha condotto una vita simile alla nostra. E allora bisogna trovare la strada, occorre inventarsela e Costanza ci racconta come se la inventa lei e ti offre una pista senza farti faticare. Abbiamo un bel dire che la gente dovrebbe leggere di più, ma ci rendiamo conto qual è il genere di vita di un cittadino medio? Nell’800 si leggeva molto ma si aveva anche il tempo di un personaggio agreste di Tolstoj. Come si può pretendere che nei piccoli spazi di tempo disponibili uno si legga un mattone che forse leggerebbe volentieri se fosse in campagna su una sedia a dondolo? Perciò viva Costanza Miriano che ti seduce facendoti ridere e poi ti mette in testa lo stile di un vero mistico. Morale: quest’estate portatevi sotto l’ombrellone “Obbedire è meglio”. Imparerete ad essere contenti di ciò che avete e ad evitare la nostalgia del magari: magari non mi fossi sposato, magari avessi studiato ingegneria… Oggi, adesso ho davanti il quadro della mia vocazione: sta nella mia vita così com’è. Là imparo ad amare Dio e gli altri e posso farlo sorridendo.

lunedì 16 giugno 2014

La forza politica della preghiera

 
Sono passati alcuni giorni ma l’incontro del Papa con Peres e Abu Mazen non è un evento ordinario da dimenticare. Ancora una volta la logica cristiana dimostra la sua solidità rispetto alle vittorie effimere del laicismo. Il Papa ha costruito l’incontro sulla roccia solida della preghiera: senza l’aiuto di Dio non possiamo far nulla. In secondo luogo ha messo in rilievo il coraggio necessario per la pace: occorre avere la forza di superare il criterio degli interessi materiali e dello spirito di vendetta. La violenza è una debolezza. Siamo agli antipodi della mentalità dominante, nata dalla riforma protestante e dallo spirito della rivoluzione francese, che considera l’uomo fattore di se stesso e che vuole la giustizia oggi e adesso usando metodi violenti (dalla ghigliottina alle guerre del novecento). Questa mentalità ha creato l’idea dello scontro di civiltà con il mondo musulmano (Occidente contro Islam) ma già Giovanni Paolo II si sottrasse a questa logica con l’incontro di Assisi. Ora Papa Francesco prosegue quest’opera affermando lo spirito evangelico che porta frutti duraturi di pace. Qualcosa sta cambiando. Lo vediamo anche nella mentalità dominante nel nostro Paese: piccoli segni di vitalità dello spirito cristiano anche nei media. Don Matteo fa incetta di ascolti in tv, una suora fa recitare il Padre Nostro in una trasmissione popolare. In politica si fa strada il desiderio di onestà e di affidabilità. Piccoli segni di una primavera che nasce dalla preghiera.

lunedì 9 giugno 2014

Solo con i cristiani si vive in modo libero e civile

 
Un conto è essere orgogliosi, un altro essere consapevoli. Essere orgogliosi comporta una stima esagerata di sé e disprezzare gli altri, mentre l’umile riconosce le cose come stanno. I cristiani devono essere consapevoli non solo del dono della fede, che viene da Dio, ma anche delle conseguenze che la fede porta con sé. San Benedetto nacque nel 480 mentre l’Impero Romano si disfaceva: dai suoi monasteri nacque la cultura europea, il vivere civile, l’agricoltura, le arti e i semi che hanno generato quella civiltà occidentale che i popoli emergenti adottano come modello di sviluppo. Il Medio Evo ha visto nascere le università ad opera di uomini di Chiesa: la prima a Bologna nel 1158, mentre l’università di Oxford (1284) ha ancora come motto “Dominus illuminatio mea”. E che dire di Agostino e di Tommaso, di Caterina da Siena, la mistica analfabeta che cambiò il corso della storia? Ogni aspetto positivo della civiltà occidentale ha dietro di sé il volto di un santo. San Vincenzo dei Paoli è stato il primo a concepire un’assistenza sistematica e costante ai bisognosi: feriti di guerra, orfani, anziani, carcerati..: dappertutto arrivavano le sue dame di carità coadiuvate dalle coraggiose suore della Carità. San Camillo de Lellis fu il primo a dire che il malato è Gesù Cristo creando una tradizione ospedaliera che i musulmani c’invidiano. Basta con le intimidazioni della cultura di stampo illuminista. Saranno i cristiani a dimostrare come si può  vivere oggi in modo libero e civile.

Piccole comunicazioni agli amici

Il blog di Preferisco il Paradiso ha superato le 100.000 visite.

Presto le edizioni Ares pubblicheranno in un libro la raccolta delle cartoline dal Paradiso che sono state pubblicate settimanalmente dalla rivista Tempi. Le cartoline vanno dal luglio 2011 al luglio 2014: tre anni di messaggi.

Costanza Miriano ha scritto la prefazione al libro, sfiziosa come al solito anche se l'autore del libro la trova sovradimensionata...



mercoledì 4 giugno 2014

Voglio la mamma

 
Mario Adinolfi ha pubblicato un documentato libro dal titolo chiarissimo: “Voglio la mamma”. Ho assistito ad una presentazione dell’autore per un pubblico di universitari. Mi ha colpito l’autenticità di Mario che considera sua missione difendere i deboli: il più debole di tutti è il neonato che ha il diritto di avere una mamma e, più tardi, di sapere chi sono i suoi genitori. In questo clima post-elettorale di un’Europa moralmente inceppata, sempre più diversa dalla bella unione che avevano pensato i fondatori, l’ondata dei nuovi squadristi fa forte pressione perché sia approvata la liberticida legge antiomofobica, presentata come urgentissima, pur essendo l’Italia il paese più tollerante al mondo e pur trovandosi il nostro Paese in una morsa di problemi economici mai vissuti dal dopoguerra in poi. Se passerà quella legge chiunque legga ad alta voce alcuni passi del Vecchio e Nuovo Testamento potrebbe essere processato e finire nelle mani della magistratura. E’ sempre più evidente che laddove fiorisce il cristianesimo si respira un clima di libertà mentre i cultori della dea ragione (cioè del sentimentalismo che salva le balene e uccide bambini e vecchi) ti portano alla ghigliottina. I cristiani hanno il fondamentale mezzo della preghiera. Occorre pregare, pregare e pregare. Il Papa già lo fa e la veglia di preghiera indetta alla vigilia di un intervento armato è esempio chiaro di come procedere. Poi l’azione, come quella, tanto per cominciare, di non votare i politici complici.