martedì 30 dicembre 2014

Il Te Deum di ringraziamento per il 2014


 Un anno fa Papa Francesco veniva nominato l’uomo dell’anno dal settimanale Time. L’anno appena trascorso ha confermato la centralità del Papa nello scenario mondiale. E’ lui, assieme a tutta la Chiesa Cattolica, il motivo di ringraziamento mio per quest’anno. Anche chi non crede dovrebbe rendere omaggio a quest’istituzione che sembra l’unica luce fra le tenebre. Dov’è che si parla di fratellanza, di amore alla vita, di pace? Nella Chiesa di Gesù, che acquista sempre più credibilità malgrado le forze contrarie.
Tre sono i viaggi del Papa che rimangono vivi nel mio ricordo: quello in Terra Santa con l’indimenticabile seguito della riunione romana di preghiera d’israeliani e palestinesi con Abu Mazen e Simon Peres: un evento che ha sancito la forza della preghiera al di sopra dell’oppressione della violenza. Il viaggio in Corea, che ha messo in evidenza la vitalità del cattolicesimo asiatico (la salvezza verrà dall’est?) e riacceso le speranze di una ripresa della libertà religiosa in Cina. Il recente viaggio in Turchia, che, fra l’altro, ha fatto balenare, con lo storico abbraccio col Patriarca di Costantinopoli, la possibilità di un riavvicinamento definitivo con gli ortodossi attivando il sogno di una presenza cristiana unitaria da Lisbona a Vladivostok.
La distensione fra Stati Uniti e Cuba è un fatto eccezionale che apre anche una prospettiva per tutto il continente americano, grazie al Papa americano…
Il discorso di novembre davanti al Parlamento Europeo è stato una piccola enciclica che ha ricordato all’Europa la centralità della persona. Proprio l’Europa che ha diffuso nel mondo una civiltà umanistica ora deve guardarsi dalla mera tecnocrazia e assicurare a tutti accoglienza e lavoro: Papa Francesco si è mosso, attualizzandoli, nel solco  dei messaggi di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, rendendo sempre più evidente che la Chiesa Cattolica è (diciamolo!) l’unico grande riferimento morale e culturale al mondo
E’ stato l’anno in cui il Papa ha proclamato santi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. L’anno in cui si è manifestato ancora di più l’affetto e il rispetto che legano Bergoglio e Ratzinger. In quale istituzione si trovano manifestazioni così evidenti di amore reciproco, di grandezza umana (magnanimità), di respiro universale? Un polacco, un bergamasco, un argentino e un bavarese cosa hanno in comune? Hanno la fede, la speranza e la carità, e scusate se è poco. Aggiungo all’elenco lo spagnolo Alvaro del Portillo (che per me è stato il Padre) sulla cui beatificazione ho già scritto su Tempi.
Il Papa ha continuato la sua catechesi che sembra una vera e propria direzione spirituale personale. Da una parte ha invitato il comune cristiano ad un’intensa vita interiore di unione con Dio. La preghiera, la lettura del Vangelo, la Confessione (lui stesso si è confessato davanti a tutti), l’Eucaristia e la recita del Santo Rosario, tutte pratiche indispensabili per nutrire l’anima e lasciare che entri in essa il soffio dello Spirito Santo. D’altra parte ha elargito consigli pratici per star vicino al prossimo e in particolare in famiglia. La giornata non si deve concludere senza fare la pace. “Permesso, scusa, grazie, per favore”: espressioni da usare sempre più frequentemente. Il suo pensiero sulla famiglia è stato espresso chiaramente più volte. L’equilibrato discorso in conclusione della prima fase del Sinodo sulla Famiglia ha coniugato il rispetto per la facoltà di ognuno di esprimere il proprio pensiero liberamente con l’osservanza delle verità di sempre del cristianesimo sul matrimonio e il rapporto tra uomo e donna.
A livello mondiale il Papa non ha avuto timore di denunciare la volontà di guerra dei mercanti d’armi e i danni provocati dalla speculazione finanziaria. I suoi temi sono stati: il lavoro per ognuno e la priorità della persona rispetto ai sistemi economici che minacciano di eliminare in occidente un’intera classe media e di affamare ancor di più i poveri del resto del mondo.
Infine ringrazio Dio per le splendide persone che la grazia di Dio rende più amabili. Ovunque vado trovo persone meravigliose che sono amici in Gesù. Fra questi mi stanno a cuore due in particolare a cui voglio bene e che stimo, anche perché sono apostoli efficaci. Uno è Ettore Bernabei, instancabile lavoratore nella vigna del Signore come direbbe Ratzinger, che ha raggiunto quest’anno la quota di 93 anni, tutti spesi a gloria di Dio e per amore al prossimo. L’altra è Costanza Miriano che, facendo divertire giovani e vecchi, dimostra che il matrimonio è la più bella avventura d’amore, anche se alle volte (come dice lei) pare di mordere un sasso, e spiega allegramente le verità cristiane. Sono belle persone, ben formate da mia Madre la Chiesa.
Mi sembrano tutti motivi per dire a voce piena: Gratias tibi, Deus, gratias tibi!



domenica 21 dicembre 2014

Le buone tradizioni hanno in sé un po' di Paradiso


Sono stato a Palermo per presentare il libro che raccoglie le Cartoline dal Paradiso ed era il 13 dicembre, Santa Lucia. Non sapevo che i palermitani quel giorno non mangiano pasta né pane per ringraziare Santa Lucia per l’arrivo, secoli fa, di un carico di grano in un periodo di carestia. La tradizione vuole che si mangino le arancine di riso, panelle fatte con farina di ceci e un dolce chiamato “cuccìa”, confezionato con grano bollito e altri ingredienti che lo rendono gustoso e sano. Non è una tradizione di “alcuni” palermitani: la vivono “tutti” i palermitani. Ognuno che ho incontrato me ne ha spiegato qualche particolare in più. Mi sono chiesto perché mi piace tanto l’amore alle tradizioni dei padri che è così vivo in questa città aperta al mondo intero e refrattaria alle mode del momento. La venerazione dei padri è nel cuore della natura umana. Il Dio fatto uomo è “Figlio”, un figlio che ringrazia continuamente il padre e desidera compiere la sua volontà. Un figlio che ci ha insegnato il “Padre nostro” e chiamava Dio Padre “abbà”, cioè papà. Il Paradiso per noi sarà tornare a casa, nella casa del Padre, dove ci vogliono bene: diremo “che bello! Sono a casa”. Chi non sa chi è il proprio padre desidera imperiosamente di conoscerlo e noi cristiani lo conosciamo. Dai padri proviene un’eredità non solo di cose ma di abitudini, affetti, devozioni. Le tradizioni conservano qualcosa di sacro. Stimo i popoli che le coltivano. Le tradizioni hanno in sé un anticipo di Paradiso.


martedì 16 dicembre 2014

Suor Cristina: la bellezza dell'amor di Dio

Oggi ho conosciuto personalmente suor Cristina. Sono rimasto impressionato e commosso. Una creatura piccola e magra, malgrado il volto pieno e sorridente. Un personaggio proveniente da una situazione sacrificata: la sua ribellione a Dio era dovuta anche alle ristrettezze che s'imponeva per poter studiare canto, che è la prima vocazione sua, in ordine di tempo. Dice cose semplici ma s'intuisce una personalità forte. Parla con passione e intelligenza: la lucidità è rafforzata dall'intensità con cui vive le situazioni della vita. La vocazione religiosa è chiara. L'ubbidienza alle superiore fa parte del suo stile lieto. Ha  affetto  per la mamma e una profonda stima del padre: nella piccola cittadina siciliana ci sono valori che valgono più dell'oro. La voglia di cantare è già amor di Dio. Poi si aggiunge la chiamata a darsi. Per lei è naturale dare il senso puro alle canzoni normali d'amore: anzi dà il vero valore alle parole d'amore. Per lei è spontaneo trasformare il testo di "Like a virgin" in una storia personale di amor di Dio. Vive per servire. E' impermeabile alle critiche perché non perde tempo e sa come stanno davvero le cose. Sa scomparire a se stessa. Si considera in servizio permanente per Dio. Non si emoziona più di tanto alla prospettiva di una carriera canora. Unita alle sue consorelle considera il canto un apostolato. Una donna bella, come Madre Teresa di Calcutta e tutte le donne sante della Chiesa. Viene la voglia di pregare per lei, perché il Signore la conservi così.

domenica 14 dicembre 2014

Dobbiamo ri-trasformare il mondo


Costanza Miriano ha ragione: “quando sentinello (Sentinelle in Piedi) combatto sul fronte pubblico contro una legge che rischia di essere approvata, e che riguarderà la carne e il sangue di tante donne e tanti bambini… quando una legge passa diventa costume, come la 194, e adesso non si riesce più a fermare la mattanza, con un bambino ucciso ogni cinque minuti di tutte le 24 ore della giornata, centoseimila all’anno. Se dopo la legge sarà possibile affittare uteri, vendere ovuli e sperma, comprare bambini, be’, questo riguarderà la carne e il sangue, bambini in carne ed ossa, non princìpi.” E’ necessario impegnarsi e andrò alla prossima manifestazione delle Sentinelle.
E’ sufficiente? Gesù ci ha detto “Come il Padre ha mandato me io mando voi…” (Gv 20,21): una missione colossale che viene direttamente dalla Trinità. “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15). Gesù diceva questo mentre intorno avvenivano crudeltà e porcherie incredibili ma i primi cristiani hanno trasformato la Roma imperiale in centro della cristianità. Dobbiamo ritrasformare il mondo. Devo essere immerso in Dio come un pesce nell’acqua. E’ necessario che le persone scorgano in me l’amore dello Spirito Santo. La figlia di un conduttore televisivo ha detto al papà: “Quando ero piccola facevo quello che dicevi, ora faccio quello che fai”. La prima battaglia è con me stesso, in famiglia. Devo essere l’amico leale che prega e sa voler bene. Che Dio mi aiuti: da me non posso nulla.



mercoledì 3 dicembre 2014

l'Immacolata è la vera donna



L’Immacolata Concezione di Maria. E’ stata Lei stessa con le apparizioni a confermare questa verità, come se c’invitasse a meditare sul dono che abbiamo ricevuto. Mi piace pensare che l’assenza di peccato ha reso Maria la donna autentica. E’ la donna come Dio ha pensato che fosse la donna. La donna che aiuta l’uomo a comprendere il mistero. E’ specifico della donna concepire, preservare, far crescere la creatura. Maria ha fatto così con Gesù. In più nel suo cuore, ha ricevuto, custodito e meditato le meraviglie di Dio, come  racconta San Luca. Maria ci consegna Gesù fisicamente ma c’insegna anche come farlo crescere dentro di noi, custodendo e meditando la meraviglia di Dio fatto uomo. Maria partorisce Gesù anche dentro di noi.
Come si può pensare che la devozione a Maria distolga dall’adorazione di Gesù? Il ruolo di Maria è consegnarcelo e farcelo amare come lo amava Lei.
Maria, la donna autentica, è ora nostra madre: Gesù Le ha affidato, dalla croce, noi, i suoi nuovi figli. Maria ha cura di noi come fece con Gesù: ci fa crescere, c’insegna a camminare, ci protegge dai pericoli, anche da quelli che non conosciamo. Come si sta bene nella Chiesa! Con il calore della Madre, con il fuoco dello Spirito Santo, con la protezione di Dio Padre e l’incoraggiamento di Dio Figlio. Il cristiano non è mai solo: la sua vita eterna è stare in questa famiglia e incomincia già da questo mondo. Maria è fin da ora il nostro Paradiso. Madre del buon consiglio, causa della nostra gioia, rosa mistica.