martedì 24 ottobre 2017

Il caro Papa


Com'è dolce riascoltare e rivedere le immagini di Giovanni Paolo II! La sua festa, il 22 ottobre, quest'anno è capitata di domenica ed è passata quasi sotto silenzio come in preparazione alla grande festa che l'anno prossimo segnerà 40 anni dall'inizio del suo pontificato: di quel pontificato che ha determinato una svolta nella Chiesa e nel mondo. Forse non tutti ricordano che nel 1978 la Chiesa sembrava assediata da media ostili mentre il papa Paolo VI implorava le Brigate Rosse di risparmiare il suo amico Aldo Moro. I tempi successivi al Concilio furono tempi difficili: ci fu una specie di tentativo di stravolgerne il messaggio per ridurre la Chiesa a un'istituzione meramente mondana. L'apparizione di papa Wojtyla fu come quella di un liberatore capace di capovolgere la situazione. Il suo discorso del 22 ottobre 78 ebbe un respiro epocale: "aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura!". Il capo degli assediati diceva agli assedianti di non temere. Sembrava un contrattacco e lo fu veramente. Alla morte di Giovanni Paolo II la Chiesa aveva un prestigio mondiale, testimoniato dalla maestosità di un funerale unico nella storia. I pontificati successivi hanno costruito su queste fondamenta. Dolce Giovanni Paolo II: quando rivedo le sue immagini piango senza freni. Modello di papa, di vescovo, di sacerdote, di intellettuale ma soprattutto di uomo. Un vero regalo di Maria. Da lui proveniva un impulso positivo da tutti i punti di vista: con la sua sola presenza ti apriva allo Spirito Santo.

giovedì 19 ottobre 2017

L'unico autorizzato a parlare di speranza


"L'unico autorizzato a parlare di speranza è il Papa". Chi ha pronunciato questa frase? Un cardinale? No: Fausto Bertinotti, una bandiera della sinistra. Dobbiamo prendere atto dei cambiamenti avvenuti. La vecchia sinistra si è divisa in due tronconi. Da una parte quelli che hanno a cuore il destino della gente comune. Dall'altra quelli che cavalcano l'onda della modernità cioé le tendenze del pensiero dominante imposto dalle lobby internazionali. Un vecchio esponente della sinistra e un giovane neomarxista come Diego Fusaro si trovano in sintonia con la difesa dei deboli e degli emarginati che è la cifra per eccellenza di questo pontificato. Come fare per sostenere il Papa e opporsi alla marea disumanizzante? Non bisogna scoraggiarsi. I cristani praticanti sono sempre stati una minoranza. Minoranza ma attiva.  Prima cosa: pregare e volersi bene. Bisogna guardarsi dai neofarisei che, con buone intenzioni, fanno questioni di lana caprina sul magistero pontificio senza accorgersi che fanno il gioco delle lobby che vorrebbero la scomparsa della Chiesa Cattolica. A noi tocca seguire il comandamento "nuovo" di Gesù: amarci come Lui ci ha amati e abbandonarci nelle mani della Provvidenza (che non vuol dire essere sprovveduti ma avere fede). Tutto ciò che si può fare per tessere relazioni, affermare un'identità, difendere la vita, migliorare l'educazione dei figli, spiegare la ricchezza di una vita d'amore, dissuadere dall'aborto (come diceva Madre Teresa), e così via: tutto ciò va fatto.
Senza cadere nell'ingenuità di pensare che "questi sono i tempi": no! questi non sono i tempi fatalistici e inesorabili. Sono i tempi avvelenati di Mammona. La ricerca sfrenata del guadagno da parte delle lobby globalizzanti è una faccia della stessa medaglia che punta alla disgregazione della società, delle culture e della famiglia, all'esaltazione del piacere sfrenato e individuale nemico del vero amore. La speranza è nella via indicata dal Papa.

martedì 10 ottobre 2017

Il Rosario come un bambino...


L'invito di Gesù a diventare come bambini ricorre tante volte nel Vangelo. Una volta prende fisicamente un bambino, lo mette in mezzo e spiega agli apostoli che bisogna diventare come lui: per tutta la loro vita non avranno dimenticato il volto di quel fanciullo. Quest'episodio fa capire ancora una volta che il cristianesimo non è una morale: è un rapporto vivo con Dio. Un rapporto che, fra l'altro, richiede anche una morale per formare la propria coscienza. Quello che conta è la relazione col Signore: l'esempio del bambino è quello che meglio lo rappresenta secondo l'insegnamento di Gesù.
Se siamo bambini davanti a Dio Padre quanto più lo saremo davanti a Maria, madre di Gesù e nostra madre. Quando andavo alle elementari c'era un quadro della Madonna alla sinistra dell'altare che mi piaceva molto. Da allora non l'ho più rivisto. Mi è rimasto un forte desiderio di ritrovarlo. So che sta a Napoli nella cappella dell'istituto Pontano dei gesuiti.
Quando adesso recito il Rosario mi distraggo facilmente. Per me è un dispiacere e mi sforzo di pensare che l'Ave Maria non è altro che un'insieme di complimenti a Maria con un'unica semplice richiesta: pregare per noi ora e nell'ora della nostra morte. Questa considerazione mi aiuta ma mi fa bene soprattutto ricordare come pregavo davanti a quella immagine: allora mi raccolgo e resto più attento. E' una considerazione che sento viva ora che siamo nel mese del Rosario.  Certamente la Madonna ha la pazienza e la comprensione della madre per le debolezze dei suoi figli ma non per questo mi devo rassegnare al vorticoso disordine del mio cervello. Il modello del bambino funziona sempre.

venerdì 6 ottobre 2017

Il distintivo del cristiano


"In hoc cognoscent omnes". Il latino è lapidario. "Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri" (Gio 13,35). Bisognerebbe apporre una lapide in tutti i luoghi frequentati da cristiani: "In hoc cognoscent omnes". E' il distintivo, la griffe, la caratteristica del cristiano vero. Di ogni santo si potrebbe dire: questa è una persona che ha saputo voler bene. San Paolo descrive il cristiano tipo: "è paziente, è benigno; non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male; non si rallegra dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità, tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa" (1Corinzi 13,4-7). Una persona così è difficile incontrarla: è una persona che prega, perché senza l'aiuto dello Spirito Santo non si ha questo buono spirito. Il demonio non teme l'ortodossia, anzi l'esperienza degli esorcisti è proprio che i demoni si comportano confermando implicitamente le verità di fede. Il demonio non vuole che ci vogliamo bene fra di noi e che riconosciamo l'amore di Dio nei nostri confronti. Perciò cerca di presentare la religione cristiana come una morale, privandola dello spirito del comandamento "nuovo" che scaturisce dall'incarnazione del Verbo. Amare chi? Semplice: il vicino, come spiega Gesù nella parabola del buon samaritano. I vicini sono quelli che attendono il nostro affetto, cominciando dal più vicino che è Gesù. E anche dal "dolce Cristo in terra". Queste considerazioni mi aiutano a pregare per il Papa, chiunque egli sia.