domenica 27 novembre 2016

Se vince il "Sì"


Non desidero dare indicazioni elettorali ma mi preoccupa un pericolo che viene ignorato dai media. Se vincerà il "Sì" chi impedirà alla Cirinnà e ai suoi seguaci di permettere l'utero in affitto, l'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali, la teoria del gender nelle scuole elementari, il reato di omofobia (si potrà finire in carcere per aver letto passi della Bibbia ad alta voce), l'eutanasia, l'aborto fino all'ultimo giorno di gravidanza (come proposto dalla Clinton) e così via...? Chi lo impedirà quando in mano a queste persone ci sarà una "migliore governabilità"?
Le organizzazioni e le lobby internazionali telecomandano il nostro Paese. L'ambasciatore americano si dichiara pubblicamente a favore del Sì; il presidente Napolitano (che in passato militava nella corrente PCI più vicina agli ambienti laici internazionali) nomina senatore a vita Mario Monti, improvvisamente e per meriti sconosciuti, per poi imporlo come presidente del consiglio; Obama si congratula con Renzi il giorno dopo l'approvazione della legge sulle unioni civili ... episodi che fanno venire in mente la "colonizzazione ideologica" di cui parla il Papa. Perfino Edgar Morin sostiene che "la civiltà occidentale si presenta come la guarigione mentre porta in sè la malattia". Pensiamoci due volte prima di lasciar mano libera a chi obbedisce a ignoti burattinai. Cautela: fidiamoci di chi ha studiato, lavorato e ha rettitudine morale. Non basta essere brillanti in tv. E preghiamo per il nostro povero Paese.

sabato 19 novembre 2016

Oltre la dittatura ideologica


I giornalisti hanno sbagliato pronostico per le elezioni presidenziali USA. Si è chiarito che il mondo dell'informazione può perdere il contatto con la realtà: la presunta finestra sul reale può diventare un quadro immaginario che non corrisponde al vero. Ma il distacco dalla realtà del mondo dell'informazione (si può aggiungere anche quello del cinema e dell'intrattenimento tv) non è dovuto a un'accidentale pigrizia: è dovuto a un presupposto ideologico. Questi mondi sono impregnati di una visione dell'uomo rappresentato come un essere che si autodetermina. L'uomo può stabilire cosa è bene e cosa è male, chi è maschio e chi è femmina (o una delle catalogazioni intermedie), quando si può nascere e quando si deve morire. Un'ideologia che ricorda la scena dell'antico serpente: "sarete come Dio" (Gen 3,5). Il soggettivismo iniziato con Cartesio, l'empirismo inglese (per cui è lecito fare tutto ciò che abbiamo la possibilità di fare), il rifiuto del  Discorso della Montagna di Gesù, sono all'origine di questo pensiero che si impone come imperativo: si deve pensare così, altrimenti sei fuori e sarai perseguitato. Si spiega così il fallimento dei sondaggi elettorali: la gente aveva paura di dire che non votava per la candidata sostenuta dalla dittatura ideologica. Ma niente paura. Chi ha fede in Gesù ha sempre dovuto subire le avversità di forze contrarie. Lasciamo da parte il "dove andremo a finire". Devo solo pregare, comprendere, perdonare e aver fiducia che chi sa amare lascerà traccia.

venerdì 11 novembre 2016

Ricordo di Piero Turul

Non ci ha lasciati Piero Turul. Ieri, 10 novembre 2016, ha iniziato la sua tertulia in cielo con San Josemaría e tanti altri. Nella sua stanza non c'erano sue fotografie: c'erano, ben incorniciati, pezzi di carta con autografi di San Josemaría. Erano l'arredamento della sua anima. 

Era pieno di ricordi di nostro Padre (San Josemaría) e delle persone che aveva incontrato a Napoli, a Palermo e soprattutto in Svizzera. Una volta ho partecipato a 5 giorni di ritiro spirituale con la sua predicazione. Era così divertente (un episodio dietro l'altro) che a un certo punto mi sono chiesto se il ritiro valesse come tale.

La sua allegria e la sua fede erano una testimonianza vivente della sua donazione a Dio nello spirito dell'Opus Dei. Dopo un primo momento di mesta partecipazione alle sue sofferenze è sopraggiunta una gioia grande di saperlo immerso in Dio.
San Josemaría amava divegnare piccole papere perché sono animali che appena nati vengono buttati in acqua e imparano subito a nuotare. Piero (Perico è il diminutivo in spagnolo) ha nuotato benissimo laddove gli è stato richiesto...


giovedì 10 novembre 2016

Bernabei e il senso delle parole di Gesù


Ogni giorno, dopo la comunione, recito questa preghiera di mia composizione che non ha un valore ufficiale ma può servire a chi nutre riconoscenza e affetto verso Ettore Bernabei: "O Dio che concedesti a Ettore Bernabei doni di fede, generosità, saggezza, cultura e coraggio, Ti chiedo per sua intercessione di saper comprendere la Tua volontà nello scorrere degli avvenimenti privati e pubblici, e valutare giustamente lo svolgersi della storia umana intorno a me, tenendo presente il bene della Chiesa, della mia famiglia e del mio Paese. Degnati di glorificare il tuo figlio Ettore e di concedermi ciò che ti chiedo con la sua intercessione...". Sono più o meno tre mesi che non possiamo gioire per la presenza di Ettore su questa terra ma sento che mi assiste e mi suggerisce linee di condotta: confidare nella Provvidenza, comprendere, perdonare, coltivare grandi desideri. Conoscendolo si capiva il senso di alcune parabole di Gesù di non immediata comprensione. Il fattore accorto che provvede al suo futuro con le sostanze del padrone (Lc 16,1-13) e viene lodato perché bisogna apprendere dalla scaltrezza dei figli di questo mondo; la semplicità delle colombe unita all'astuzia dei serpenti (Mt. 10,16); l'invito a comprare una spada vendendo il mantello (Lc 22,36). Il Signore non vuole da me una fiducia nella Provvidenza da vispa Teresa ma un modo accorto di comprendere la Sua volontà, come faceva Maria che meditava gli avvenimenti nel suo cuore e Giuseppe che sapeva prendere l'iniziativa.


giovedì 3 novembre 2016

Il capitalismo di radice cristiana


La fortunata serie dei Medici su RaiUno si è caratterizzata per il ritmo avvincente, la qualità della recitazione, la bellezza dei costumi e l'interesse del tema. E' stata una produzione internazionale con la direzione italiana che ha consentito una sensibilità particolare nel trattare temi artistici e culturali: una fiction che si pone al di sopra di realizzazioni simili di marca straniera (che denotano quasi sempre una certa superficialità banalizzante nel trattare periodi storici simili). Nella realizzazione dei Medici si nota l'intreccio di una cultura cattolica con una protestante. Di marca protestante è la riduzione del conflitto alla contrapposizione fra una classe borghese cinica emergente contro quella dei nobili. Un conflitto senz'altro reale ma fortemente rimarcato, mentre sembra mancare la comprensione che il capitalismo di origine cattolica, qual'è quello della famiglia Medici e degli altri banchieri italiani dell'epoca, non è volto al solo profitto ma tiene conto del bene comune. Nella fiction il popolo viene rappresentato da un'insieme di ignoranti superstiziosi mentre nella Firenze dell'epoca era ben radicata una vasta cultura di radice cristiana che faceva sì che il ricco non puntasse alla ricchezza smisurata propria del capitalismo di stile protestante ma investisse in opere di bellezza fruibile da tutti. Una riflessione che, come pensava Bernabei ispiratore della fiction, fa sperare che il contributo dell'Italia alla civiltà occidentale sia ben lungi dall'esaurirsi.