Negli
anni 70 un amico mi parlò di un bel libro di un certo Ratzinger. Risposi che
ero impegnato nel trattato dello “Smazzinger”, cioè che avevo tante cose da
fare da non potermi dedicare alle novità librarie. Passarono gli anni e lessi
l’Introduzione al Cristianesimo di
Joseph Ratzinger. Fu un colpo di fulmine. La lettura non era facile ma valeva
la pena estrarre pepite d’oro da quella miniera. Il cristianesimo veniva
spiegato come amore di Dio, tenendo presente i pregiudizi della cultura
dominante. Pensai di fare un video per stimolarne la lettura, raccolsi un po’
di soldi fra amici e mi lanciai. Tempo dopo incontrai il Cardinale in San
Pietro e gli dissi che avevo tratto un video da quel libro. Sorrise gentilmente
ma non disse, come speravo, “Me lo faccia vedere”. Non rimasi deluso. Capii che
viaggiava ad alta quota: era impegnato a livello scientifico a difendere la
fede e ad illustrarla; non poteva occuparsi di divulgazione. Permane il mio entusiasmo
per quel trattato che è una pietra miliare per chi studia teologia. Si compone
delle lezioni che il teologo Ratzinger fece nel ’68 quando le categorie
marxiste erano penetrate nelle facoltà teologiche e si tentava di ridurre la
Chiesa ad un fenomeno politico. Ora quel video è su Youtube in dieci parti di 6
minuti col titolo “Illustrazione del Credo”. Nel frattempo il Cardinale
divenuto Papa ci fornisce altre miniere d’oro con le sue encicliche (pare che
la prossima sarà sulla fede) e i suoi libri su Gesù di Nazaret. Deo gratias!
domenica 22 aprile 2012
giovedì 19 aprile 2012
La nascita del Credo
Oggi 19 aprile 2012 sono sette anni che abbiamo come Papa Joseph Ratzinger. Dal suo libro più famoso - Introduzione al Cristianesimo - ho tratto un video di cui presento la seconda parte, di 6 minuti, sulla nascita del Credo, che è proprio l'argomento del libro.
lunedì 16 aprile 2012
85 anni ben vissuti e 7 di pontificato: grazie Joseph!
Gratias
tibi Deus, gratias tibi! Parole in latino che non hanno bisogno di traduzione.
Grazie Signore per questo Papa. Quando fu eletto misi sulla mia scrivania la
foto del piccolo Joseph con lo zainetto: non è solo un ricordo simpatico, è la
foto della sua anima. Si riconosce uno sguardo buono e intelligente, affettuoso e curioso: così è stato per
tutta la vita. Le sue affollate lezioni di teologia all’università diventavano
momenti di preghiera: tanta era la partecipazione al mistero di Gesù. Questo
Papa forse è l’unico caso nella storia in cui il protagonista verrà ricordato
“anche” come pontefice. Come il suo teologo preferito Agostino, che è ricordato
“anche” come vescovo. Ratzinger ha parlato di Dio all’uomo d’oggi nella maniera
giusta. Nessuno come lui è al corrente di quanta avversione al cristianesimo ci
sia nella cultura dominante contemporanea. A questa avversione ha risposto
pacatamente con la fiducia di chi sa che un grammo di verità pesa più di una
tonnellata di chiacchiere. Il suo libro più famoso “Introduzione al
Cristianesimo” fu scritto per rispondere alla ventata marxista che, dopo il
’68, rischiava di contaminare anche la teologia. Non tutto è politica, la
Chiesa è stata fondata da Gesù non
per alzata di mano di un’assemblea. I contenuti della fede furono spiegati con
chiarezza e fascino, come nei due libri su Gesù e con le recenti encicliche.
Grazie Santo Padre per i suoi 85 anni vissuti così bene e per i 7 anni di
pontificato che ci hanno illuminato.
sabato 14 aprile 2012
Il mondo non sarà salvato dai giacobini giustizialisti ma da chi ha fede e carità
In
questo periodo mi viene in mente la frase di La Pira rivolta a Dossetti che
considerava il comunismo definitivamente vincente (siamo negli anni 50
all’indomani del lancio dello Sputnik, col comunismo in ascesa): “Il comunismo
ha già perso e sai perché? Perché è ateo!”. Oggi si può dire lo stesso per il
capitalismo senza freni. La crisi finanziaria di marca anglosassone si è
riversata sull’Europa meridionale sotto forma di speculazione. Il nostro Paese
è strozzato dalle tasse e da uno stato che lascia fallire le imprese creditrici
perché non le paga. Molti imprenditori si sono suicidati. Non è roba da poco.
Nel frattempo i mezzi di comunicazione aizzano la gente contro i partiti, gli
amministratori disonesti, quelli che non pagano le tasse e non fanno gli scontrini.
Sembra che Robespierre, appoggiato alla ghigliottina, stia aspettando le teste
da mozzare della nostra fragile democrazia. Attenzione allo spirito
giustizialista e giacobino. Non è col terrore che si risolvono i problemi.
Tangentopoli nel ’92, oltre ai suicidi, sembra che abbia avuto solo l’effetto
di rallentare l’economia. Per tirare fuori il Paese da questa situazione
occorre ritornare alla fede. Devo pregare, essere umile, confessarmi, lavorare
e vivere la solidarietà. Chi ha fede e carità salverà il mondo. Se voglio far
risorgere l’Italia devo riflettere su questa verità impopolare e
controcorrente: devo riattivare il mio rapporto con Dio, essere amico di Gesù.
Solo allora farò fruttare i talenti con gioia.
venerdì 13 aprile 2012
Introduzione al Cristianesimo di Ratzinger illustrata
Tempo fa ho apprezzato il libro di J.Ratzinger "Introduzione al Cristianesimo" a tal punto che ne ho fatto un video per illustrare i contenuti del libro e invitare alla lettura. Ho scomposto il video in dieci argomenti. Il primo dura 6 minuti e tratta del rapporto fra l'uomo e Dio: è quello che propongo oggi.
Da rettificare: la lettera del soldato caduto nella seconda guerra mondiale è di un soldato russo, non americano.
lunedì 9 aprile 2012
Senza paura della vita, senza paura della morte
Gesù
dà senso alla vita e dà senso alla morte. Sono terminate da pochi giorni le
ricorrenze pasquali dense di situazioni drammatiche che ci hanno fatto
riflettere. La sequenza della sofferenza, morte e risurrezione di Gesù
sintetizza la nostra esistenza. Mia madre aveva un temperamento gioioso ma
negli ultimi giorni di vita soffrì molto. La sua pelle era diventata fragile e
i suoi piedi presentavano due rivoli di sangue che ricordavano i piedi di Gesù
crocifisso. Mi apparve chiaro in quel momento che tutti, prima o poi, siamo
destinati a salire sul Calvario. Solo i santi sanno amare la croce. “Non
trascinare la croce…Portala ben dritta” diceva san Josemaría Escrivá: “Ama la
croce!”, nella convinzione che sarà Gesù ad aiutarmi a portarla e che
incontrerò Maria nel mio percorso. Questo coraggio presuppone la fede vera. La
sofferenza e la morte sono la pietra di paragone della mia fede. Chiedo questa
fede al Signore perché so che così sarò continuamente allegro, senza paura
della vita e senza paura della morte. Andare con gioia incontro alla croce mi
aiuterà non solo ad affrontare la sofferenza e la morte ma a trasformare la mia
vita in un servizio gioioso. Gesù non è morto soltanto il venerdì santo, ha
dato la sua vita sempre. Il suo amore si è espresso in un continuo servizio.
Fare della mia vita professionale, familiare, sociale un servizio significa
compiere in me “quanto manca al sacrificio di Cristo” come spiega San Paolo.
Senza paura della vita, senza paura della morte.
domenica 1 aprile 2012
Come cerco di vivere la Settimana Santa
I
mistici vivono in modo intenso le ore della Settimana Santa. Per molti di loro
il venerdì santo è un giorno di passione. Un mio amico conosce un sacerdote che
soffre terribilmente il venerdì santo e spesso chiede l’ora perché sa che le
sofferenze terminano alle tre. Noi, che abbiamo una vita cristiana normale, non
sperimentiamo questi fenomeni ma è giusto che viviamo queste giornate con un
raccoglimento particolare.
Mi
emoziona la frase di Gesù: “Ho desiderato ardentemente mangiare questa Pasqua
con voi” (Lc 22,15). Nella versione latina c’è una ripetizione suggestiva:
“desidero desideravi”, ho desiderato con desiderio. Che fuoco di sentimenti
c’erano nel cuore di Gesù in quel momento! L’agnello di Dio stava per essere
immolato e il suo desiderio era permanere con noi come alimento, in comunione
con noi, col suo sangue e la sua carne. Il giovedì santo è una festa
bellissima, con la consuetudine di andare in giro la sera a pregare davanti al
Santissimo Sacramento esposto. In questi momenti avverto un desiderio di
solitudine che non è solitudine: è stare da solo con Lui per capirlo, per
ringraziarlo. Il cuore sente e capisce meglio dell’intelletto questo mistero.
Il
sabato santo è il momento del silenzio. Vorrei stare solo, senza distrarmi, per
partecipare a questo silenzio misterioso in cui Gesù è morto ma è attivo.
Un’attività che esplode nella risurrezione. La Pasqua è felicità. Anche qui il
cuore supera l’intelletto perché è felice più di quanto sappia dire. E’ la vera
felicità.
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