domenica 4 novembre 2018

Un matrimonio felice


Tempo fa Franco Nembrini lesse, durante una conferenza, alcuni brani di autori che si lamentavano della gioventù a loro contemporanea. Sembravano parole attualissime che risultarono sorprendentemente pronunciate molti secoli fa. Sempre il “dove andremo a finire?” è stato d’attualità. Ciò non ostante io noto, e non sono solo, che la “tenuta” dei matrimoni oggi sia fragile. Più che chiedersi il perché, penso sia utile guardare a quegli esempi di matrimoni felici che esistono, in buon numero. Recentemente il Papa ha ribadito che la preparazione al matrimonio deve essere accurata. Ho un caro ricordo di Leonardo Mondadori, allora presidente della casa editrice, che mi chiese, anni fa, di indicargli un autore capace di scrivere un libro esplicativo della realtà del matrimonio.
  Un’autrice brillante che tratta questo tema è Costanza Miriano, spiritosa e profonda a un tempo. Per una migliore conoscenza delle differenze psicologiche fra l’uomo e la donna, sono preziosi i libri di Mariolina Ceriotti Migliarese pubblicati dall’Ares. Un libro che mi ha incantato descrive il matrimonio, durato più di sessant’anni, di una coppia siciliana. Una storia che nasce durante la guerra e che è continuata ad un altissimo livello di delicatezza e sensibilità. Il titolo è eloquente “Ti prometto un viaggio felice” e la tenera scrittura di Giusi Sorci dimostra come la promessa sia stata mantenuta alla grande. L’originalità del libro sta nel fitto carteggio della coppia di fidanzati che dimostra come un matrimonio ben riuscito affondi le sue radici in una preparazione intelligente oltre che affettiva. Si tratta di un vero corso di preparazione al matrimonio svolto non in teoria ma su una testimonianza viva. I tanti anni passati non contano perché il cuore umano è sempre lo stesso.  L’editore è l’Ares. Buona lettura

giovedì 1 novembre 2018

Dio e me


Mi ha sempre colpito il fatto che Dio si adatta a noi. Le apparizioni di Fatima e di Lourdes (che non sono verità di fede ma considerate veritiere dalla Chiesa) hanno presentato la Madonna che parla non solo nel linguaggio proprio dei fanciulli portoghesi e di Bernadette ma in modo adeguato alla loro mentalità. A Guadalupe, in Messico nel 1531, Maria appare vestita come un’india, come si vede nell’immagine lasciata sulla veste di Juan Diego, e i locali precisano che l’abito è quello di un’india incinta. Sono piccoli indizi di fronte alla prova maggiore di un Dio che si fa uomo come noi e che ci apre la strada della felicità in terra e in cielo. Nei racconti dei mistici le realtà soprannaturali si presentano in modo adeguato alla loro mentalità. A pensar bene tutta la creazione ci parla di Dio. Se Dio si adegua alle creature, le creature parlano di Dio e la sua firma è la bellezza del creato.
Istintivamente io resisto all’idea di un Dio che è riverso su di me come un padre: non tutto accade come io vorrei. Ma, se ci penso bene, anche un bambino patisce delle contrarietà da parte di suo padre: non può giocare con la scatola dei fiammiferi, non deve buttare tutto per terra… Ecco allora che le contrarietà della vita si presentano come una pedagogia di Dio nei miei confronti. Il modello resta Gesù, che è davvero figlio del Padre e che pure trova, al momento della croce, difficoltà nell’adeguarsi alla volontà di Dio. Devo capire che Dio si adatta a me, mi accetta come sono, posso parlargli col mio linguaggio e con il mio goffo modo di essere. Nello stesso tempo la mia strada felice è quella di Gesù: adeguarmi alla volontà di Dio. Dio per me e io per Lui.