"In
hoc cognoscent omnes". Il latino è lapidario. "Da questo conosceranno
tutti che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri" (Gio
13,35). Bisognerebbe apporre una lapide in tutti i luoghi frequentati da
cristiani: "In hoc cognoscent omnes". E' il distintivo, la griffe, la
caratteristica del cristiano vero. Di ogni santo si potrebbe dire: questa è una
persona che ha saputo voler bene. San Paolo descrive il cristiano tipo: "è paziente, è benigno; non
invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, non si comporta in modo
indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il
male; non si rallegra dell'ingiustizia, ma gioisce con la
verità, tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni
cosa" (1Corinzi 13,4-7). Una persona così è difficile incontrarla: è una
persona che prega, perché senza l'aiuto dello Spirito Santo non si ha questo
buono spirito. Il demonio non teme l'ortodossia, anzi l'esperienza degli
esorcisti è proprio che i demoni si comportano confermando implicitamente le
verità di fede. Il demonio non vuole che ci vogliamo bene fra di noi e che
riconosciamo l'amore di Dio nei nostri confronti. Perciò cerca di presentare la
religione cristiana come una morale, privandola dello spirito del comandamento
"nuovo" che scaturisce dall'incarnazione del Verbo. Amare chi?
Semplice: il vicino, come spiega Gesù nella parabola del buon samaritano. I
vicini sono quelli che attendono il nostro affetto, cominciando dal più vicino
che è Gesù. E anche dal "dolce Cristo in terra". Queste
considerazioni mi aiutano a pregare per il Papa, chiunque egli sia.
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