"Non darti in balìa della tristezza e non tormentarti
con i tuoi pensieri. La gioia del cuore è la vita dell'uomo, l'allegria
dell'uomo è lunga vita. Distraiti e consola il tuo cuore, tieni lontana la
profonda tristezza, perché la tristezza ha rovinato molti e in essa non c'è
alcun vantaggio." Sono massime tratte dal Siracide (30, 21-23), uno dei
libri sapienziali della Bibbia, riportate in un libro utilissimo che invita al
buonumore. Un capitolo è dedicato ai cinque rimedi contro la tristezza
formulati addirittura da San Tommaso d'Aquino. Quali sono? In sintesi: il primo
è un qualsiasi piacere. Il secondo addirittura un pianto liberatorio, il terzo
è la compassione degli amici, cioé condividere le amarezze del proprio cuore (in questo le donne sono
maestre), il quarto è la contemplazione della verità (questo piaceva
particolarmente a San Tommaso perché era la sua specialità), il quinto invece
piace a me perché suggerisce i bagni e le buone dormite. Che piacere sentire
che l'Aquinate propone proprio ciò che volevo sentirmi dire! Per
"bagni" credo che s'intenda sia i bagni nella vasca fra i fumi di
acqua calda che quelli a mare o in un lago con una dolce nuotatina. Sono sempre
stato del parere che le preoccupazioni si sciolgono in acqua. Per me funziona:
se sono pre-occupato, dopo una nuotata mi sento solo "occupato" e
tutti gli umori cattivi sono spariti. Provare per credere, ma penso di sfondare
una porta aperta. In quanto alla dormita sono generazioni di miei antenati che
ritengono che dormire sia la prima medicina. Addirittura c'è una canzone
napoletana che dice: “Duorme Carmè, 'o cchiù bello d'a vita è 'o durmì”. Penso che
la traduzione sia superflua. A questo punto non resta che leggere il libro di
Carlo de Marchi La formula del buonumore
ed. Ares Milano.
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