martedì 6 settembre 2011

La cartolina del 15 settembre è dedicata a Ettore Bernabei





Un uomo solo al comando. Questa era la frase del cronista mentre Coppi compiva una delle sue storiche imprese. Questa è la frase adatta per Ettore Bernabei che ha compiuto i novant’anni. Una ricorrenza senza torte e candeline ma festeggiata con una lezione magistrale sul bene che la televisione può fare. Nel pubblico manager, artisti, dirigenti. Bernabei è stato direttore generale della Rai dal 60 al 74: ha forgiato la Rai, che in quegli anni è diventata la nostra buona amica di famiglia. Quella televisione faceva andare a letto gli italiani con un sentimento di speranza e con voglia di lavorare. In quegli anni l’Italia, straziata dalla guerra, era diventata la quarta potenza economica mondiale. Grazie alla politica di cattolici, come Fanfani, Moro e altri compagni di strada di Bernabei, nel paese era sorta una florida classe media (dopo secoli di fame per buona parte del Paese) e Bernabei educava con una tv di gusto, brillante, coraggiosa.
 Nel 91, all’età di 70 anni, Bernabei ha fondato la Lux, la società di produzione televisiva che ha sfornato in vent’anni una quantità di serie televisive che hanno riscosso un successo internazionale. Dalla Bibbia a don Matteo, da Guerra e Pace a Madre Teresa. Programmi che hanno testimoniato che gli ascolti non si ottengono solo con la tv spazzatura. Solo come un Davide contro Golia il vecchio Ettore ha dimostrato che gli ascolti si possono ottenere con una tv di qualità. Grazie Ettore. Ancora sei un uomo solo, troppo solo, al comando.



1 commento:

  1. Sono molto lieto che il panorama web trovi un completamento così valido come quello rapppresentato da questo blog: in un mondo dove sembra che debbano prevalere soltanto quelli che urlano più forte, calpestando la dignità dei fratelli, sia della loro che di parte diversa, questo blog rappresenta una scintilla di pace serena.
    Ringrazio l'Ing. Corigliano per la Sua iniziativa.
    Debbo dire che non mi stupisce: sono Cooperatore dal 1982 qui a Torino e la professionalità da Lui sempre dimostrata, coniugata alla più schietta simpatia partenopea, è servita molte volte a sdrammatizzare tensioni ed equivoci che hanno sempre costellato il cammino dell'Opera, che io - facendo eco a voci ben più autorevoli della mia - concordo nel ritenere "...il posto più bello per vivere e per morire."
    Cordialmente Suo nel Signore
    Con fraterno affetto
    Andrea Godone

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