mercoledì 4 luglio 2012

Come i primi cristiani. Così usciremo dalla crisi



La crisi finanziaria ed economica è l'ultimo anello di una crisi più generale che nasce dalla cancellazione dell'idea di Dio. Può sembrare un'affermazione stravagante ma, per uscirne, occorre mettere Dio al centro della nostra vita personale e sociale. Si tranquillizzino coloro che tirano in ballo a sproposito i tribunali dell'inquisizione. Non si tratta d'imporre un credo, basta riconoscere che siamo creature davanti a un creatore.
Per chi crede in Gesù basta ricordare il comportamento dei primi cristiani. Erano disposti a mettere i loro beni a disposizione degli apostoli. Aquila e Priscilla, marito e moglie, incontrano un intellettuale ben disposto, Apollo, e lo formano così bene che diventerà un punto di riferimento nella Chiesa. Non lo mandano dal prete o dal teologo perché loro stessi erano in grado di formarlo. Pietro viene messo in carcere, la comunità prega e avviene il miracolo: le porte si aprono e Pietro è libero.
Cristiani di questa temperatura spirituale sono capaci di trasformare il mondo intero, come è avvenuto. Gli stessi avversatori della fede in occidente si muovono all'interno di coordinate culturali cristiane. La medicina per la crisi sono i cristiani che hanno fede, speranza e carità. Ora sono i laici stessi che chiedono a vescovi e pastori di essere più esigenti. L'efficacia dei movimenti sta nel dare la speranza, nel formare alla fede e nel vivere una reale carità con il prossimo. Il problema non è che i cristiani sono tiepidi,  è che gli si chiede poco.

2 commenti:

  1. Ci si prova ad essere buoni cristiani, carissimo Pippo! E tu sei un grande esempio. Ciao, Giulio Base.

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