sabato 20 settembre 2014

La recensione di Costanza

Non paga di aver scritto un'affettuosa e divertente prefazione al libro, Costanza Miriano ha scritto nel suo blog questa recensione che dimostra che l'amicizia, come l'amore, rende ciechi o quasi...

Se, come diceva santa Bernadette, avere la fede è vedere Dio ovunque, Pippo Corigliano di fede ne ha a camionate. Ho la fortuna di avere a che fare con lui abbastanza spesso (è consulente a Rai Vaticano, dove lavoro anche io), e ogni volta che parliamo di qualcosa che è successo nel mondo, anche di qualcosa che mi ha fatto arrabbiare, Pippo con un triplo axel, un quadruplo carpiato, un repentino ubriacante rovesciamento di prospettiva, riesce a trovare il disegno del bene anche nel groviglio più fitto del male. Qualcosa per cui gioire, il lato positivo, la possibilità della soluzione. Insomma, l’impronta di Dio nel mondo.
Non parliamo, invece, di quello che succede se oggetto della conversazione è una persona. Pippo ha un’abilità quasi soprannaturale di vedere il lato bello di chiunque, di scusare l’imperdonabile, di capire l’incomprensibile. E poi c’è la famosa risata pippesca. Una versione di risata che sfodera puntualmente quando c’è qualcosa che si dovrebbe  proprio criticare, e non si riesce a salvare niente, neanche con tutta la fantasia. Allora, in quel caso, pur di non dire una parola negativa su nessuno Pippo ride, e dice “be’, a un certo momento… capisco…” e vari intercalare generici che servono a cambiare argomento e a virare velocemente su argomenti neutri quali le mezze stagioni e il disgelo del Polo.
Questo sguardo sorridente sul mondo, quest’occhio benevolo sulle persone, questa fede incrollabile nel fatto che siamo figli di Dio, stirpe regale, Pippo li traduce ogni settimana in una Cartolina, una breve riflessione (si sa, gli uomini, soprattutto se ingegneri, hanno questo mirabile dono della sintesi, a me sconosciuto) per scovare nella realtà le ragioni della speranza.
E adesso di queste cartoline è uscita una raccolta. Ho già svelato le ragioni del mio conflitto di interessi – sono amica di Pippo – ma lo stesso, consapevole che verrò ingiustamente sospettata di insider trading, aggiotaggio e anche un po’ di abigeato (non c’entra, ma erano anni che aspettavo di usare questa parola) consiglio a tutti i miei amici di comprare questo Cartoline dal Paradiso, appena uscito in libreria per edizioni Ares e Tempi, anche perché, fatto non trascurabile, le cartoline sono brevissime, e durano ciascuna giusto il tempo di un rosso al semaforo, di un’attesa al banco gastronomia (due numeretti, a occhio e croce), di una breve sosta in bagno (che come si sa almeno per noi mamme è uno dei momenti culturali più alti della giornata, da quando si riacquista il privilegio di poter chiudere a chiave la porta). Un modo agevole di portarsi con sé un sorriso in borsa, senza assumere sostanze stupefacenti.
Purtroppo questo libro ha un fastidioso effetto collaterale. Ti fa venire voglia di fare le cose bene, di essere una persona migliore, perché di fronte alla tenerezza di Dio descritta questa è la prima reazione. Ti viene da cercare di essere migliore, e io adesso non ne avrei tanta voglia. Ho troppe cose da fare e vorrei prendere la scorciatoia, farle male, vivacchiare, imboscarmi, ma se si leggono le cartoline non si riesce più tanto.
Infine c’è da dire una cosa. In questo libro vengono dette cose durissime e coraggiose sulla natura del potere, sul degrado dell’Occidente, sui cristiani tiepidi, sulla manipolazione culturale, sulla legislazione italiana e sugli scenari mondiali. Cose che sui giornaloni non si leggono. Eppure vengono dette col sorriso dell’esperto portavoce, con questo tono partenopeo sempre elegante, con questa calma da ingegnere padrone della situazione… insomma, anche la sgridata uno, così, se la prende volentieri.

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