Si sa che i bambini dicono verità che lasciano sconcertati.
Il figlio di sei anni di un mio amico ha detto: “ho capito. Dio sembra che
perde sempre, ma poi vince sempre”. Mi è venuto in mente quest’episodio rivedendo
il discorso del Papa al Congresso degli Stati Uniti. Tanti applausi e tante
standing ovation per la prima volta di un Papa davanti al parlamento del Paese
più potente del mondo che è nato protestante (viene in mente il discorso di
Paolo all’aeropago di Atti 17, 22-31). Evento importante anche perché quel
discorso ci dice molto dello stile di Francesco. Non è partito da concetti
astratti ma dall’esempio storico di 4 grandi americani, e ha incoraggiato
l’intero popolo americano, attraverso i suoi rappresentanti, a seguirne
l’esempio. Tutto in chiave positiva e stimolante, senza trascurare i temi caldi
sul tappeto: libertà per tutti (con possibilità di obiezione di coscienza),
integrazione razziale, pena di morte, traffico di armi, attenzione ai poveri,
intenso rapporto personale con Dio.
A chi si chiede corrucciato se questo Papa è cattolico direi
di star sereno: questo Papa è più cattolico di me e di tanti. Chi si
scandalizzò perché Gesù mangiava con gli amici di Matteo (Matteo 9, 9-13) non
si deve oggi preoccupare per questo Papa che parte dalle persone reali per
portarle alla verità, la via e la vita, come osserva il Cardinal Scola.
Preghiamo ora per il Sinodo ma senza timori. Ne nascerà un grande impulso per
la famiglia, che è il punto di
attacco del demonio.
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