Se si dice a una persona che ha professionalità la si rende
felice. Oggi la professionalità è probabilmente l'unico valore rimasto. Alla
radice dell'impegno nel lavoro ci sono diverse motivazioni: l'affermazione
della propria personalità, la soddisfazione economica, ecc... Quasi sempre
purtroppo il lavoro che più viene stimato è quello meglio remunerato. Un
finanziere speculatore viene considerato con più stima di una casalinga con molti
figli anche se il primo è un parassita della società e l'altra ne è una
colonna. E allora cos'è il lavoro? Il primo Professionista è Dio che, secondo
la Bibbia, ha creato il mondo intero inventando anche il week end. Alla radice
della cultura ebraica c'è il lavoro. "Chi non lavora non mangi" dice
San Paolo (2Tess 3,10) riprendendo la tradizione ebraica così diversa da quella
dei popoli vicini. L'altro Professionista è Gesù che nei trent'anni di lavoro
nascosto e nei tre anni di vita pubblica ha costruito il grande edificio che è
la Chiesa, e ancor oggi contiamo gli anni dalla sua nascita. Il cristiano segue
le orme di Gesù: il suo primo compito è costruire la Chiesa attraverso la
famiglia e il lavoro professionale. Non si tratta d'inserire buoni pensierini
nella vita familiare e di lavoro, ma di svolgere un'azione formativa impegnata
verso tutti, con amicizia e confidenza. Il grande artefice della Chiesa è lo
Spirito Santo per cui il cristiano non
deve solo essere operativo ma dev'essere un uomo di preghiera che legge il
Vangelo.
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