mercoledì 18 agosto 2021

Per il Meeting: Mandulinata a Napule

 Per mera bontà degli organizzatori sono stato invitato al Meeting di Rimini 2021 (23 agosto) per parlare dell’aspetto umano e spirituale delle canzoni napoletane che don Giussani apprezzava. 

La cultura napoletana è universale perché è una cultura del cuore priva di filtri, perciò appartiene a tutti, anche a coloro che racchiudono il proprio cuore fra pudori dettati dalle convenzioni. Nel senso migliore del termine la cultura napoletana è senza pudori. Il napoletano non vede perché debba nascondere il suo stato d’animo, le sue simpatie o le sue antipatie che provvede a trasformare in capacità sfottitoria. In questo caso le antipatie si fondono con la capacità di ridere per qualsiasi cosa. Anche per il napoletano c’è un imperativo categorico: bisogna prendere tutto con buon umore. Da ciò deriva il senso di gradevolezza che accompagna l’accento napoletano: subito si diventa disposti a sorridere.


Per motivi storici Napoli è una città musicale. E’ qui che sono nati i conservatori che in origine erano centri di raccolta di orfani e ragazzi poveri. Con il tempo si vide che conveniva insegnare canto e musica in questi centri perché si apriva uno sbocco professionale ai giovani che potevano diventare musicisti, cantanti o semplicemente posteggiatori (quei gruppi musicali che ora cantano nei ristoranti e che in origine cantavano davanti alle Poste).  In origine c’erano quattro conservatori in città che ora sono stati unificati.  Mozart venne a Napoli considerandola una città della musica. Il teatro San Carlo è del 1737 mentre prima si utilizzavano altre sale per rappresentazioni musicali. Qui è nata l’Opera buffa ed è stata sempre apprezzata l’Opera lirica. I musicisti fioriti a Napoli sono innumerevoli.


Secondo Wikipedia il San Carlo è “il teatro d'opera più antico d’Europa e del mondo ad essere tuttora attivo, primo teatro Italiano ad istituire una scuola per la danza; anticipa di 41 anni il teatro alla Scala di Milano e di 55 anni il teatro La Fenice di Venezia. Date le sue dimensioni, struttura e antichità è stato modello per i successivi teatri d’Europa. Il Teatro è stato inserito dall’UNESCO tra i monumenti considerati Patrimonio dell’Umanità, oltre ad essere classificato come teatro più bello del mondo.”


                         


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