giovedì 11 maggio 2023

Le preghiere

 La mattina presto dedico mezz’ora alla voga col mio vogatore. Negli intervalli recito una decina del rosario: questo mi consente, a mente fresca e senza fretta, di riflettere maggiormente sulle parole che dico.

Ad esempio, le prime tre richieste del Padre Nostro esprimono tre concetti simili fra di loro: “Sia santificato il tuo nome”, “venga il Tuo regno”, “sia fatta la tua volontà”. 

Sto attento a non distrarmi e, se la mente se ne va, torno a ripetere le tre frasi. Se Gesù ce le ha insegnate così, vuol dire che dobbiamo tenere ben chiaro che la volontà di Dio per noi è essenziale sotto tutti gli aspetti. 

Le altre richieste sono diverse fra loro. Il pane quotidiano viene spontaneo, mentre mi fa sempre riflettere il “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Mi sembra una richiesta così impegnativa da sembrare quasi pericolosa. Chiedo a Dio di perdonarmi i peccati come io perdono i miei “debitori”. Accidenti: chiedo a Dio di comportarsi come me. Devo stare molto attento. Contemporaneamente penso a quante persone ripetono questa frase a loro rischio e pericolo, dal momento che non mi sembrano tutti così teneri di cuore.

L’Ave Maria mi è diventata molto più colorita. Quando dico:  “tu sei benedetta fra le donne e benedetto sia il frutto del tuo seno Gesù”, mi metto sotto lo sguardo della Madonna e mi pare che l’anima si riscaldi e si abbronzi alla luce dei Suoi occhi. La richiesta successiva (prega per noi peccatori…) è naturale anche se l’appellativo  “Madre di Dio” mi sembra particolarmente audace rispetto alle critiche ricevute nel lontano passato.

Racconto queste cose per stimolare una recita ancora più proficua delle nostre preghiere ancor meglio di me.




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