Ho cominciato a frequentare Ettore Bernabei nel 1980.
Da allora lo vado a trovare ogni domenica alle 19 e stiamo un’ora insieme. In
più di trent’anni non c’è stato un momento di calo d’attenzione per ciò che
Ettore esprimeva con parole toscane, con mimica, con umorismo e anche con urla.
Urla mai dirette contro persone ma sempre volte a focalizzare una situazione
che andava migliorata. In Ettore ho trovato l’uomo di fede, l’uomo che ha il
senso della patria e della Chiesa, l’imprenditore coraggioso, il padre di
famiglia (otto figli) attento ai minimi particolari, il marito fedele (su
questo si potrebbe scrivere un altro libro). Un uomo di grande esperienza e di
grandi esperienze. Nemmeno per un istante mi è parso interessato al suo
“particulare”, come direbbe il suo conterraneo Guicciardini. Le sue intenzioni
sono rivolte al bene comune: per questo è stimato da politici ed ecclesiastici,
imprenditori e studiosi, tanto da meritare l’appellativo di “Uomo di fiducia”.
