Col passar del tempo il
ricordo di don Giussani si staglia nella memoria portando con sé alcune idee
madri che hanno un’efficacia esplosiva. L’incontro con Cristo nella sua
predicazione era fondamentale. Perché l’alternativa è fra l’assenza di Dio e la
Sua presenza. Se Dio non è, il mondo gira a vuoto e nulla ha significato. La
terra diventa oscura e il mio amore si perde nella palude dell’amor proprio. Ma
se Cristo è, vuol dire che Dio ha abbracciato la terra e ne ha fatto la sua
casa, ne ha fatto il luogo della sua divinità vivificando ogni esistenza
apparentemente effimera. Se Dio ha preso sulle spalle tutte le nostre sozzure
ed è morto per noi, l’Eucarestia, il Suo Corpo e Sangue, diventano vita della
nostra vita. Allora si può amare tutto e tutti vivendo, soffrendo, lavorando,
sorridendo. Tutto acquista un significato e noi cristiani diventiamo i reali
protagonisti della storia malgrado l’immensità apparente delle forze avverse.
Quando sono stato al Meeting
ho avuto sempre l’impressione di scorgere una forza propulsiva della storia.
Una clamorosa realizzazione costruita con la forza generosa dei volontari. Non
ci sono solo i volontari, ma senza i volontari il Meeting non sarebbe ciò che
è. La gratuità è un segno di Dio perché è il segno dell’amore. In famiglia
tutto è gratuito perché vi regna la forza propulsiva dell’amore. Quando vengo
al Meeting mi sento un amico di famiglia e avverto la potente paternità di don
Giussani, messaggio espressivo della paternità di Dio
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