lunedì 5 settembre 2016

Il senso dello Stato


Si dice spesso che gli italiani non hanno il senso dello Stato. Si capisce il perché dando un ripasso alla storia, quella vera, non ideologica. Il nostro è uno Stato costruito in maniera artificiosa contro il comune sentire della gente, seguendo dottrine liberali importate dall'estero e ignorando la cultura e la fede delle popolazioni. Il livello culturale del Piemonte del'800 era inferiore a quello degli altri stati italiani. La prima preoccupazione del nuovo parlamento piemontese, fin dalla prima guerra d'indipendenza è stata la soppressione dei gesuiti, compresi i gesuiti piemontesi. Da allora è stato un continuo ostacolare il sentimento religioso della popolazione. Il fascismo ha cambiato rotta ma proponendo una mistica civile in alternativa a quella cristiana, considerata sempre con sospetto. Il secondo dopoguerra ha visto una vera ripresa del Paese ad opera soprattutto di cattolici che le potenze vincitrici hanno sostenuto fino a che l'Italia non è diventata la quarta potenza industriale mondiale attorno al '62. Da allora è cominciata, ispirata dall'estero, una campagna denigratoria verso i credenti, che ancora perdura, anzi va crescendo ponendo il Paese di fronte a problemi fittizi, trascurando i problemi reali. Un problema reale è il calo delle nascite e invece ci dobbiamo accapigliare sulle unioni omosessuali, un problema reale è quello della ripresa economica e ci viene imposta una moneta unica, mal concepita fin dall'inizio, che con lo spauracchio dell'inflazione costringe i cittadini a pagare più tasse, mentre le banche non prestano agli imprenditori ma s'impegnano in speculazioni finanziarie consentite dalla deregulation importata dall'estero.
Il miracolo economico c'è stato mentre vigeva la Costituzione elaborata nel dopoguerra e invece ora ci dobbiamo accapigliare per cambiarla o meno. Si vuole garantire la governabilità, si dice, ma la governabilità serve quando c'è un buon governo altrimenti peggiora le cose. Se il governo non è illuminato la governabilità porta più buio. Il problema reale è formare una classe poltica preparata come lo era nel dopoguerra: la seconda repubblica è sembrata finora un festival dell'improvvisazione.
Il Paese reale è vitale. Il disastro del recente terremoto ha visto mobilitarsi forze vive e sane, dai Vigili del Fuoco ai volontari, dalla Protezione civile alla generosità dei cittadini. Il Paese si riconosce nella bandiera italiana cucita sui giubbotti dei soccorritori in modo ancor più consistente che per le olimpiadi o i mondiali di calcio. Invece il senso dello Stato si rivela quasi inesistente quando i cittadini si trovano davanti ad un'amministrazione pubblica inaffidabile in cui non si riconoscono.

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