Si dice spesso che gli italiani non hanno il senso dello
Stato. Si capisce il perché dando un ripasso alla storia, quella vera, non
ideologica. Il nostro è uno Stato costruito in maniera artificiosa contro il
comune sentire della gente, seguendo dottrine liberali importate dall'estero e
ignorando la cultura e la fede delle popolazioni. Il livello culturale del
Piemonte del'800 era inferiore a quello degli altri stati italiani. La prima
preoccupazione del nuovo parlamento piemontese, fin dalla prima guerra d'indipendenza
è stata la soppressione dei gesuiti, compresi i gesuiti piemontesi. Da allora è
stato un continuo ostacolare il sentimento religioso della popolazione. Il
fascismo ha cambiato rotta ma proponendo una mistica civile in alternativa a
quella cristiana, considerata sempre con sospetto. Il secondo dopoguerra ha
visto una vera ripresa del Paese ad opera soprattutto di cattolici che le
potenze vincitrici hanno sostenuto fino a che l'Italia non è diventata la
quarta potenza industriale mondiale attorno al '62. Da allora è cominciata,
ispirata dall'estero, una campagna denigratoria verso i credenti, che ancora
perdura, anzi va crescendo ponendo il Paese di fronte a problemi fittizi,
trascurando i problemi reali. Un problema reale è il calo delle nascite e
invece ci dobbiamo accapigliare sulle unioni omosessuali, un problema reale è
quello della ripresa economica e ci viene imposta una moneta unica, mal
concepita fin dall'inizio, che con lo spauracchio dell'inflazione costringe i
cittadini a pagare più tasse, mentre le banche non prestano agli imprenditori
ma s'impegnano in speculazioni finanziarie consentite dalla deregulation
importata dall'estero.
Il miracolo economico c'è stato mentre vigeva la
Costituzione elaborata nel dopoguerra e invece ora ci dobbiamo accapigliare per
cambiarla o meno. Si vuole garantire la governabilità, si dice, ma la
governabilità serve quando c'è un buon governo altrimenti peggiora le cose. Se
il governo non è illuminato la governabilità porta più buio. Il problema reale
è formare una classe poltica preparata come lo era nel dopoguerra: la seconda
repubblica è sembrata finora un festival dell'improvvisazione.
Il Paese reale è vitale. Il disastro del recente terremoto
ha visto mobilitarsi forze vive e sane, dai Vigili del Fuoco ai volontari,
dalla Protezione civile alla generosità dei cittadini. Il Paese si riconosce
nella bandiera italiana cucita sui giubbotti dei soccorritori in modo ancor più
consistente che per le olimpiadi o i mondiali di calcio. Invece il senso dello
Stato si rivela quasi inesistente quando i cittadini si trovano davanti ad
un'amministrazione pubblica inaffidabile in cui non si riconoscono.
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