C’era
una volta Studio Uno. E’ il nome di un fortunato programma andato in onda su
RaiUno giorni fa. La sceneggiatura era accurata e intelligente: seguiva la
storia di tre ragazze che inseguono i loro sogni nella televisione nazionale
dei primi anni ’60. Un ingrediente fondamentale è senz’altro la nostalgia. Le
Kessler, il Dadaumpa, Mina giovane… musiche e immagini evocative di anni
giovanili. Ma c’era qualcosa in più: il programma ricordava un'Italia con
voglia di vivere e crescere. Dietro le quinte aleggiava il personaggio di
Bernabei che aveva idee precise su come dovesse essere il servizio pubblico.
Bisognava mandare a letto gli italiani contenti e fiduciosi (e il pensiero vola
al messaggio opposto di tanta tv odierna). I programmi dovevano essere di alta
qualità. Le Kessler non erano delle bellocce: erano professioniste di classe
provenienti dai migliori teatri d’Europa, così come gli altri protagonisti di
quello spettacolo. La trasmissione finiva relativamente presto: l’indomani
occorreva svegliarsi in tempo per andare a lavorare. Non si tratta di mera
nostalgia: è il ricordo di un Paese governato da persone che avevano in mente
il bene comune. Erano quasi tutti cattolici praticanti. Gente di messa
quotidiana e di cultura aperta allo spirito del tempo. Kennedy disse a Fanfani
che aveva studiato su un suo libro. Si parlò di miracolo economico ma non era
un miracolo: era l’evoluzione di un Paese che lavorava sodo, guidato da una
classe dirigente capace e onesta. Ricordo e prego.
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