Da
tanti punti di vista Napoli è una città simbolo. Qui si vede la differenza fra
la realtà rappresentata dai telegiornali e quella autentica. E’ innegabile che
ci sia la camorra come c’è la malavita a Milano, New York e a Hong Kong. E’
innegabile che ci siano problemi sociali, ma non si parla mai nei media delle
innumerevoli sorprese che la città ti offre. Ad esempio nel modo di mangiare:
andate nel ristorante di Fofò Mattozzi vicino a piazza Borsa. Gli alimenti
semplici sono preparati in modo delizioso: i friarielli, la scarola, la pizza,
il carciofo “arrostuto”, i fiori di zucca fritti, il calzone classico. Oppure
si va a visitare la fabbrica di cioccolato di Gay Odin: un profumo inebriante,
artigiani abilissimi che preparano il cioccolato foresta, le praline con
ciliegia al liquore, le finte noci ripiene di crema di cioccolato, le enormi
uova di Pasqua decorate. E che dire dei babà di Scaturchio a due passi dal
Cristo velato? Oppure delle meraviglie di Kiton dove 800 artigiani abilissimi
guidati da Ciro Paone preparano abiti con stoffe morbidissime per sceicchi
sbarcati apposta dagli elicotteri? Usano solo disegni, forbici, aghi e le
classiche macchine da cucire: nient’altro. I miei amici romani quando devono
farsi analisi mediche approfondite vanno a Napoli dove occhi e mani esperte
usano macchinari d’avanguardia grazie al genio di Marco Salvatore, mecenate
della cultura napoletana col suo “Sabato delle idee”. E poi i napoletani sono
spiritosi e acuti. Vedi Napoli e poi …vivi.
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