Per due volte mi è capitato di collaborare con Joaquin
Navarro Valls per eventi significativi. Nel 1980 avevo lasciato Milano e,
salutando Montanelli, gli dissi “Indro ti porterò dal Papa e tu lo sai perché”.
Nelle nostre conversazioni gli parlavo spesso del Vangelo e della necessità di
confessarsi. Passarono sei anni e, dopo vari tentativi, andai da Navarro
proponendo per Indro una cena col Papa senza un’intervista formale. E la cena
ci fu, magistralmente descritta da Montanelli in un articolo che fu pubblicato
dopo la morte di Indro e che ho riportato nel mio ultimo libro con Mondadori.
Navarro aveva avvisato il Papa della recente morte della mamma di Indro,
fervente cattolica, e la cena si concluse con un Padre Nostro recitato ad alta
voce nella cappella papale in memoria della signora Montanelli.
Negli anni 90 combinai un pranzo con Navarro e Leonardo
Mondadori, presidente dell’Editrice, in una magnifica giornata di sole
dell’ottobrata romana. Nacque così un’amicizia fra i due che dette l’occasione
a Navarro di affidare a Leonardo la pubblicazione del “primo libro di un papa”,
cioè dell’intervista di Vittorio Messori al Pontefice. Leonardo fece lanciare
il libro da un’agenzia americana che concesse i diritti alle maggiori case
editrici del mondo. Fu così che “Varcare la soglia della speranza” diventò un
best seller planetario grazie al prestigio mondiale di Giovanni Paolo II.
Leonardo ne fu felice e continuò a collaborare con Joaquin per altre
pubblicazioni. La malattia si portò via Leonardo nel dicembre del 2002 e le sue
ultime parole furono di ammirazione per il Papa.
Sono due esempi del
lavoro professionale del caro Navarro che non si faceva trascinare da facili
entusiasmi ma sapeva fare le scelte opportune.
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