Il
31 dicembre dell'anno appena passato è morta a 97 anni la mamma di un mio caro
amico. Aveva avuto 7 figli da un marito saggio e buono e aveva speso gli ultimi
di vedovanza come aveva vissuto in precedenza: pensando ai figli e i nipoti. Comprendendo
generi e nuore la famiglia conta 50 persone che si sono raccolte il 1 gennaio
in un commovente funerale. Non son potuto andare per una fastidiosa influenza
ma, al ritorno, il 2 gennaio ho sentito. assieme ad altri, il racconto di
quelle ultime ore. Il mio amico raccontava il distacco dalla sua mamma e perciò
l'argomento era triste, ma mentre descriveva tanti particolari, fra cui il
ritrovamanto di una lettera testamento scritta anni prima, la partecipazione
del paese alla cerimonia, la sapiente collaborazione fra fratelli, il pianto
della nipote incinta e ammalata, affezionatissima alla nonna, che non era
potuta andare... mentre raccontava ho avvertito un senso di pace e perfino di
allegria, più tenero che se si fosse trattato di una festa familiare. In realtà
la festa in Cielo c'era perché la mamma era stata sempre non soltanto saggia ma
piena di fede, tanto che i figli dicevano, scherzando affettuosamente, che era
teologa, perchè metteva ovunque non solo la visione del buon senso ma anche
della profondità della fede. Quando rivedo nei filmati la cara immagine di San
Josemaría Escrivá (di cui peraltro la signora era devota) ho una sensazione
simile: come se il cuore si sciogliesse davanti alle cose vere della vita.
Certe persone, certe vite non hanno bisogno di discorsi, parlano da sole e
parlano al cuore. Tracciano una strada, quella vera, quella di Gesù.
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