Come protestano i cattolici? E' difficile farli scendere in
piazza. Lo fanno proprio quando c'è un'estrema necessità, semmai in modo
silenzioso come le sentinelle in piedi. I cattolici sanno che la loro forza è
Gesù che ha detto "senza di me non potete fare niente". All'inverso con
Gesù si può raggiungere qualsiasi mèta. La debolezza dei cattolici sta
nell'affidarsi poco a Gesù. Provvidenzialmente il Concilio Vaticano II ha
ribadito che tutti sono chiamati alla santità, non soltanto i sacerdoti, i
frati e le suore. Quest'appello richiede una risposta profonda. Basta guardarsi
intorno e si nota che c'è bisogno di una sveglia spirituale. I cristiani di
oggi devono sì avere i piedi ben piantati in terra, devono sì essere cittadini
esemplari, ma allo stesso tempo devono essere anime di preghiera come lo sono i
santi. Non basta un'adesione vagamente intellettuale o sociologica, occorre che
si nutrano del Corpo e del Sangue di Cristo, affermazione che allora fu
scandalosa ma che continua ad esserlo. La fede deve essere forte come la morte:
deve essere solida, da tagliarsi col coltello. La capacità di amare deve essere
esemplare fino ad arrivare alle delicatezze dell'amore vero. Bisogna essere
convinti che la vita eterna c'è. Occorre nutrire l'anima con l'alimento forte
dell'Eucarestia e della lettura del Vangelo. Conviene conoscere i classici
della spiritualità: Agostino, Caterina, Teresa e Teresina, e così via...
Confessarsi, avvicinare gli amici alla fede in Gesù e trascorrere un tempo
della giornata da soli, in solitudine totale, con Cristo, per poi saper stare
affettuosamente con gli altri. Da lì viene la forza. Questa è la rivoluzione
cattolica.
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