"Ci sono cose in un silenzio che non mi aspettavo mai..."
dice il testo di una canzone di Sanremo di cinquant'anni fa ma che viene
continuamente riproposta. La nostalgia per un amore perduto è il tema
principale ma il mistero di quella frase richiama un orizzonte più vasto e
rimanda al bisogno di silenzio che ognuno di noi porta nel cuore. Pochi giorni
fa ho assistito ad un incontro con il Cardinal Robert Sarah che ha scritto un
libro intitolato "La forza del silenzio". Il Cardinale ha descritto
il suo modo di pregare: mettere a tacere le voci che gridano dentro e stare
solo con Dio. Sono tanti anni che dedico tempo all'orazione silenziosa ma
questo consiglio mi è stato utile. E' vero che nella preghiera personale è bene
riportare a Dio le proprie occupazioni e preoccupazioni ma è anche vero che il
silenzio assoluto mi dispone meglio a ricevere le ispirazioni che poi
arricchirano la mia relazione con gli altri e il mio impegno nel lavoro. Stare
solo con Gesù e ascoltare. Mettermi a contemplare il fuoco dell'amore di Dio
che è lo Spirito Santo. Rivolgermi a Maria e rifugiarmi come un bambino nel suo
manto azzurro: sono accorgimenti per rendersi disponibile alle ispirazioni
divine. Per me questo modo di pregare è una medicina che dà forza per poter fare
di cuore soltanto ciò che devo fare. Mi dispone verso gli altri con un affetto
non condizionato dalle preoccupazioni che si agitano dentro. Mi sembra sempre
che io restringa l'amore che Dio mi da, come quando si lava impropriamente un
tessuto di lana. Quel pullover che andava così largo ora si è ristretto e va
bene per il nipotino. Non così devo fare con l'amore che Dio mi regala...
Questo e altro "che non mi aspettavo mai" trovo nel silenzio...
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