giovedì 8 marzo 2018

Il Rosario per il Paese


In occasione delle elezioni alcuni hanno lanciato l'iniziativa di recitare un Rosario per il nostro Paese. Mi sembra la cosa più giusta da fare. Prima della battaglia di Lepanto, in mare contro i turchi che minacciavano di espandersi in Europa, i marinai recitarono il Rosario. Era il 7 ottobre 1571. Dopo di allora i turchi continuarono con incursioni in Europa ma la prospettiva di una conquista svanì definitivamente. La devozione alla Madonna, che risale ai primissimi tempi della cristianità, da allora ha acquistato un significato più incisivo di protezione davanti a un pericolo grande. Oggi non ci sono i turchi con la scimitarra ma aggressori più nascosti e temibili.
Il pericolo più evidente è la scarsa qualità della classe politica rispetto al livello di civiltà che il nostro Paese, malgrado tutto, mantiene. Non bisogna credere che la realtà sia quella rappresentata dai telegiornali. L'Italia è molto, molto meglio. Avremmo bisogno di politici preparati e consapevoli dei bisogni del Paese.
Un altro pericolo è l'insignificanza della politica rispetto ai grandi flussi finanziari internazionali che, opportunamente pilotati, condizionano in modo velato ormai i governi, i media e la magistratura delle nazioni, soprattutto le più fragili culturalmente ed economicamente.
Il terzo pericolo è la concezione di società delle lobby che esercitano queste influenze. Il profitto immediato è il loro obiettivo e per questo puntano ad una società individualistica, consumistica ed edonista. Un esempio lampante è la lobby dei costruttori d'armi negli Stati Uniti. Ma c'è di più, molto di più.
Per questo occorre ricorrere all'intercessione della Madonna.

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