domenica 3 giugno 2018

La preghiera


“Qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà” (Giovanni 16,23). E’ una frase di Gesù che m’induce alla preghiera di richiesta. Ultimamente l’ho riscoperta e quando devo chiedere qualcosa dico: “A Dio Padre Onnipotente per i meriti di Gesù Cristo e con l’aiuto dello Spirito Santo, per intercessione di Maria, ti chiedo questo”. Qualcuno potrebbe obiettare: hai aspettato tanto tempo per giungere a questa chiarezza? Non lo so. So che ora faccio così. Finora ho avuto dei riscontri consolanti anche se alcune cose che chiedo sono a così lungo termine da non poter verificare immediatamente. Sono contento di questa riscoperta assieme all’altra che mi ha suggerito un incontro col Cardinal Robert Sarah che ha scritto un libro sulla forza del silenzio. La confidenza con Dio porta a comunicare ciò che ho dentro ma mi è utile anche fare silenzio e restare solo con Gesù, lo Spirito Santo e Maria. Evito così che la mente vada appresso a tante incombenze e, soprattutto, ascolto. Non rimango mai deluso anche se non sempre avverto ispirazioni esplicite. Sempre più mi è chiaro che non vale la pena fare troppi progetti: io sono una piccola cosa che disturba ciò che Gesù opera in me e attraverso di me. Penso di meno e mi affido a Gesù. Trasmetto volentieri la mia esperienza personale perché, come dice Papa Francesco, c’è il rischio di essere pelagiani cioè pensare che il bene è frutto del nostro sforzo. L’impegno serio viene poi spontaneo ma non a caso Gesù ha detto: “Non vi affannate”(Matteo 6,25), che sembra un consiglio napoletano: signurì nun v’affannate. Non è comodità. E’ fede. Quella del granello di senape.

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