“Qualsiasi
cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà” (Giovanni 16,23). E’
una frase di Gesù che m’induce alla preghiera di richiesta. Ultimamente l’ho
riscoperta e quando devo chiedere qualcosa dico: “A Dio Padre Onnipotente per i
meriti di Gesù Cristo e con l’aiuto dello Spirito Santo, per intercessione di
Maria, ti chiedo questo”. Qualcuno potrebbe obiettare: hai aspettato tanto
tempo per giungere a questa chiarezza? Non lo so. So che ora faccio così. Finora
ho avuto dei riscontri consolanti anche se alcune cose che chiedo sono a così
lungo termine da non poter verificare immediatamente. Sono contento di questa
riscoperta assieme all’altra che mi ha suggerito un incontro col Cardinal
Robert Sarah che ha scritto un libro sulla forza del silenzio. La confidenza
con Dio porta a comunicare ciò che ho dentro ma mi è utile anche fare silenzio
e restare solo con Gesù, lo Spirito Santo e Maria. Evito così che la mente vada
appresso a tante incombenze e, soprattutto, ascolto. Non rimango mai deluso
anche se non sempre avverto ispirazioni esplicite. Sempre più mi è chiaro che
non vale la pena fare troppi progetti: io sono una piccola cosa che disturba
ciò che Gesù opera in me e attraverso di me. Penso di meno e mi affido a Gesù.
Trasmetto volentieri la mia esperienza personale perché, come dice Papa
Francesco, c’è il rischio di essere pelagiani cioè pensare che il bene è frutto
del nostro sforzo. L’impegno serio viene poi spontaneo ma non a caso Gesù ha
detto: “Non vi affannate”(Matteo 6,25), che sembra un consiglio napoletano:
signurì nun v’affannate. Non è comodità. E’ fede. Quella del granello di
senape.
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