Non è
stato facile per me credere pienamente che Dio ci ama. Viene spontaneo dire
davanti alle situazioni dolorose: e Dio dov’era? A parte il fatto che molte
situazioni sono dolorose perché Dio è stato cacciato. Nei campi di
concentramento, nei gulag e nelle guerre Dio sembrava non esserci perché era
stato esplicitamente rifiutato… Restano comunque i dolori della vita che a
volte si sommano e sono acuti…
Ultimamente
mi ha convinto una considerazione: come sarebbe la mia vita senza il dolore,
senza le contraddizioni? Se tutto andasse liscio, se tutti approvassero il mio
modo di essere, se non trovassi alcun inciampo? Sarei un presuntuoso
insopportabile. Ecco che il dolore appare come una medicina per l’anima perché
mi fa capire il mio limite. Il bambino cerca la mamma quando soffre e così le
contraddizioni mi spingono verso Dio. Anche la bellezza e la bontà mi fanno
scoprire Dio ma, come in un quadro di Caravaggio, la luce ha bisogno dell’ombra
per farmi capire la realtà.
Non è una
considerazione geniale ma ben si aggiunge a quella fondamentale: credo che Dio
mi ama perché ha sparso il suo sangue per me. Ha calpestato questa terra, ha
fatto e ha detto cose buone. Il sacrificio di Abramo che dona il figlio era una
figura dell’espressione dell’amore massimo che si è rivelato in Gesù.
Posso
stare tranquillo: Dio mi ama anche se la mia mente incerta non riesce a capirlo
in pieno.
Nessun commento:
Posta un commento