Le vacanze estive sono un richiamo all’aspirazione al dolce
far niente che ciascuno si porta dentro. Finalmente posso “staccare”! ma c’è il
rischio, per me almeno, di staccare attaccandosi al nulla, cercando di
ritornare alla condizione di bambino con i sonni profondi e il desiderio di
giocare senza impegnarsi davvero in niente: quel tempo sdraiato sulla sabbia
guardando le nuvole oppure quei giochi e avventure che allora erano appaganti.
Tutto questo è molto umano e anche bello ma ogni anno riscopro che le vacanze
sono un momento adatto per restaurare le relazioni. Per chi è sposato la
relazione con la moglie colla rinnovata disposizione del primo amore, con i
figli che ricordano per sempre ciò che si fa per loro (chi può dimenticare la
persona che gli ha insegnato ad andare in bicicletta senza le rotelline
laterali, o che lo ha fatto nuotare senza salvagente per la prima volta?). Con
gli amici si ha la possibilità di parlare con maggiore profondità e serenità… E
poi c’è la relazione con Dio. Mi piace ripetere che Dio non solo è creatore ma
anche creativo. Guardare la natura offre continui spunti. Ho la possibilità in
questi giorni di nuotare e rivedere una gran quantità di pesci che ogni anno mi
meravigliano. I saraghi sono elegantissimi sia quando sono piccolini che più
grandi. Portano una striscia nera sulla coda argentea e alcuni anche dietro la
testa. I più grossi vanno da soli con maestosità muovendo leggermente la coda
che, all’occorrenza, è pronta per imprimere una velocità sfrecciante. Le orate
suggeriscono irrimediabilmente un piatto in cui mangiarle ai ferri (lo ammetto)
ma mi conforta vederle libere a mezz’acqua. In cielo ci sono i gabbiani che, a
differenza dei colleghi di città, suscitano simpatia specie quando insegnano a
volare ai piccoli ormai cresciutelli che si riconoscono dalle penne grigie e
pigolano, a differenza dei genitori che sembrano emettere risate sguaiate.
Potrei continuare con gli scogli di moquette viola e con i
pesci colorati. Mi fermo per ringraziare Dio che mi fa capire che ci sono più
cose in cielo e in terra che nella mia filosofia, come diceva Amleto.
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