Chi
conosce, anche sommariamente, la storia della Chiesa, sa che non esistono
trionfi. Ci sono invece lunghi periodi di persecuzioni, conflitti, eresie. Dopo
i primissimi tempi, magistralmente descritti negli Atti degli Apostoli, in cui
si sente palpabile l’azione dello Spirito Santo, già nelle lettere di San Paolo
si delineano le opposizioni, i fraintendimenti e i tradimenti. Non c’è un
periodo di pace condivisa nella storia ecclesiastica, ma s’indovina sempre
l’azione della grazia divina che nel silenzio forma i suoi santi che spargono
il fuoco di Gesù sulla terra: non solo i grandi santi, anche i santi non famosi
e riconosciuti, che tengono accesa la fiaccola della fedeltà apostolica. Ancora
a memoria d’uomo oggi si possono ricordare i periodi turbolenti del dopo
Concilio, quando venivano messe in discussione perfino le fondamentali verità
di fede. Rispetto a quel periodo le tensioni attuali nel mondo cattolico
sembrano poca cosa. Ringrazio il Signore per i santi Papi che ho conosciuto nel
corso della mia vita. Tutti grandi. In particolare va reso merito a Giovanni
Paolo II di aver capovolto la situazione. Quando fu eletto, la Chiesa sembrava
una cittadella assediata e internamente tormentata, alla sua morte il prestigio
mondiale della Chiesa aveva toccato quel vertice testimoniato dal più imponente
e partecipato funerale mai avvenuto nella storia. Ma non ci sono soltanto i “giovanni
paoli secondi”, ci sono persone che cercano di vivere il Vangelo senza chiose.
Una di queste è Costanza Miriano che certamente a questo punto mi farebbe un
elenco delle sue mancanze. Ma lei confronta i suoi difetti col modello del
cristiano vero che vive di fede. La sua testimonianza condita di umorismo e
autoironia è invece un alimento insostituibile. L’ultima sua prestazione è un
libro dal titolo azzeccato: “Diario di un soldato semplice”, il sottotitolo è
in linea: “Il Signore ama vincere con un piccolo esercito”. Anche dal titolo si
riconoscere lo stile di Dio: le vittorie del cristiano sono nel silenzio delle
coscienze e dell’amore vissuto in mezzo a tante contraddizioni. Gesù è morto quasi
da solo sulla Croce con la Mamma e un discepolo, ma si contano gli anni dalla
Sua nascita. Il mondo viene sempre salvato da un piccolo esercito, dal lievito
di cui anche Costanza è portatrice.
Un
elemento costante dei suoi scritti è un’allegria congenita che non è un
artificio letterario. Costanza è così: un temperamento vitale reso gioioso
dalla fiducia che deriva dalla fede. Non a caso i suoi libri vengono messi in
libreria alle volte nel settore “umorismo”. Quando leggi i suoi libri diventi
più gioioso e anche più vicino a Dio, perché sempre il testo si conclude con un
pensiero degno di un manuale di mistica e ascetica. Finito un capitolo passi
volentieri al prossimo perché non c’è la minima fatica nella lettura, c’è il
desiderio di leggere ancora.
Costanza
sguaina la spada solo quando si parla di aborto, di utero in affitto, di
affidare i bambini agli omosessuali: la sua natura leale si ribella alla
prevaricazione. Di colpo la simpatica indaffarata madre di famiglia diventa
Giovanna d’Arco. Il vero cristiano è uno normale ma se è necessario sa, con
l’aiuto di Dio, giocarsi la vita.
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