Mi
capita di conoscere ogni tanto una persona che mi colpisce per la semplicità e
la positività con cui affronta fatti e situazioni umane. Quasi sempre è un
cristiano. Non è partigianeria dire così. Il cristianesimo semplifica la vita
interiore e conferisce coraggio e chiarezza di giudizio.
Qualcuno
potrà dire che ha conosciuto in ambienti clericali personalità non semplici.
Ma, senza giudicare nessuno, bisogna distinguere fra chi ha un reale rapporto con
Dio da chi, alle volte per fini personali, bazzica in ambienti ecclesiastici.
Tutti noi abbiamo presente predicatori che si esprimono con parole che
arricchiscono e fanno vibrare l’animo. Si potrebbero fare esempi concreti. E’ evidente che lo Spirito Santo quando c’è
si fa riconoscere.
Signore
perché quando sono vicino a Te mi semplifico? Si annullano tutte le
complicazioni? Riesco ad accettare situazioni incresciose con animo leggero?
Perché Tu sei l’Unico Necessario. La scena di Gesù con Marta e Maria mi torna
continuamente in mente. Marta si lamenta perché Maria non l’aiuta a preparare
il pranzo e Gesù invece la rimprovera perché Maria ha scelto la parte migliore…
Forse
che Maria, se fosse stata sola, avrebbe lasciato digiuno Gesù e i suoi
accompagnatori? No. Avrebbe preparato, ma a tempo debito. Quando c’è Gesù
bisogna stare ad ascoltare. Fare altro significa meritare un rimprovero perché
la “parte migliore” va riconosciuta e valorizzata. Io sono come un bambino che
si distrae ma, con pazienza, mi devo “portare” ad ascoltare Gesù, a dedicare
tempo a Lui.
Un
modo efficace per stabilire un rapporto facile e cordiale con Gesù è
confessarsi spesso. Molti vedono difficoltà
nella confessione perché si parla di “peccati” e non mi piace
riconoscermi peccatore. Nell’episodio citato Marta commette un “peccato” perché
trascura Gesù. Penso che devo pensare al peccato non come una trasgressione che
verrà ripresa da un superiore severo. Il senso vero del peccato è dato dalla
frase che ripetiamo spesso: “che peccato!”. Che peccato che io pensavo ad altre
cose mentre Gesù mi parlava! Che peccato lasciare che si appesantisca la mia
coscienza di tanti piccoli rimorsi senza andare ad abbracciare il Padre nella
confessione, come il figliol prodigo della parabola!
Che
peccato dimenticarmi che le cose che mi stanno a cuore devo affidarle a Gesù e
stare tranquillo! Gesù pensaci tu. Ecco che la vita si semplifica, diventa
luminosa perché lascio fare a Dio come un bambino che da solo non è capace di
risolvere nulla. Gesù lo ha detto: “Senza di me non potete fare nulla” e invece
io voglio fare il bene (ciò che credo sia il mio bene) da solo, senza di Lui.
Questa
è la semplicità del cristiano. Sapere di essere poca cosa, quasi nulla, di
fronte al mio gran Papà, il Padre Nostro.
Non
a caso la tristezza è l’alleata del nemico. Direi che ne è la puzza. Suona male
ma è così: la tristezza è la puzza del demonio. Se mi rendo conto di questo, è
molto più facile scoprire le trame diaboliche. Quando comincio a essere triste:
zac! Qui c’è di mezzo il diavolo, colui che divide. Quando sono sereno,
malgrado il dolore o la contrarietà, significa che ho in me lo Spirito del
Signore, lo Spirito Santo.
Un
segno che mi fa capire se sono vicino a Dio è quando sono contento per il bene
di un altro. Se ho un moto di insofferenza o di invidia devo capire subito che
chi si muove in me è l’egoismo. Se mi lascio guidare da Gesù tutto credo, tutto
spero, tutto sopporto. E’ San Paolo che lo dice. Non sto a fare i conti se mi
hanno trattato male, divento paziente e sorridente, non sto a considerare
quanto ho fatto di bene senza ricevere ringraziamenti, ho stima degli altri…
Com’è
bello vivere fra cristiani veri…
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