Oggi 1° settembre. Sessant’anni fa ho chiesto l’ammissione all’Opus Dei come numerario. Un’enorme quantità di anni che richiedono un bilancio.
Il bilancio c’è ed è che per sessant’anni ho avvertito il calore del cuore di San Josemaría, che si alimentava dell’amore di Gesù. Quel cuore è il centro dell’Opus Dei, con tutta l’originalità e la novità del suo messaggio nella sua semplice complessità. Tutto prende vita dal cuore di San Josemaría.
Il ritorno alla fede dei primi cristiani, la santificazione del lavoro, lo spirito di famiglia, lo slancio apostolico, una spiritualità laicale, sono tutti frutti di quel cuore caldo e sapiente.
Anche se può apparire complesso il discorso sulla santificazione del lavoro tutto si semplifica quando partiamo dall’amore per Gesù: tutto va al suo posto. Niente fanatismi, niente professioniti. La santificazione del lavoro nasce dall’amore e finisce con l’amore.
Anche la concezione della Chiesa come famiglia, con tutte le virtù connesse, nasce da quel cuore. La devozione al Papa, l’attenzione nel non sparlare né ferire persone di Chiesa, qualsiasi cosa abbiano fatto. L’ottimismo che faceva dire: amo la Chiesa malgrado tutto e quel “malgrado” erano i miei peccati e i tuoi.
Gran maestro di amore famigliare, si possono attribuire a San Josemaría gli anni felici di tanti sposi che, se non l’avessero conosciuto, avrebbero trovato difficoltà.
Per questi motivi questi sessant’anni non pesano per le mie inadempienze, sono leggeri perché sono intessuti di storie d’amore e di amicizia. Senza dubbio chiedo perdono per le tante insufficienze ma è la grazia di Dio che ci fa volare sopra i difetti miei e degli altri.
Resta la differenza fra lo zelo di San Josemaría e la modestia della fede e delle opere dei suoi figli cominciando da me. Accanto a lui ogni impegno sembrava poco, ogni orizzonte limitato. Lui spaziava e la differenza con le nostre anguste prospettive pesa e fa soffrire. Ma confido nella Sua incessante preghiera sapendo che le vie della Chiesa sono raramente trionfali. “Ti basta la mia grazia” è il messaggio di Gesù a San Paolo e così, davanti alla modestia del mio zelo e della mia fede, confido in nostro Signore e spero che, alla fine, la mia vita non sarà stata una vita sterile.
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