domenica 18 dicembre 2011

Cartolina di Natale per Tempi e una poesia di Saba, poeta grande e bambino





Nel Vangelo Gesù insiste più volte che dobbiamo diventare come bambini. Quando gli apostoli dimostrano di non capire, prende un bambino, lo pone in mezzo a loro e dice: chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli (Matteo 18,4). E’ da notare che, per farsi capire bene, Gesù prende un bambino in carne e ossa, in modo che resti bene in mente. Quante volte, dopo la morte e risurrezione di Gesù, gli apostoli avranno ricordato quella scena e il volto di quel bambino che doveva ispirare la propria vita. Un’altra volta Gesù ringrazia suo Padre Dio perché ha nascosto la verità ai sapienti e agli intelligenti e l’ha rivelata ai piccoli. Quante volte restiamo sconcertati quando i bambini fanno domande disarmanti, semplici e profonde, sulla creazione, su Gesù, sulla vita eterna!
Come poteva nascere Gesù se non in condizioni di umiltà? non solo piccolo Lui, come è logico, ma in un contesto piccolo. Viene annunciato ai pastori, che erano i “piccoli” della società. Gesù ci evangelizza fin dalla nascita. Vuol farci capire che Adamo ha introdotto la sofferenza e la morte perché non si è fidato di Dio e ha scelto se stesso, mentre Lui porta la felicità e la vita eterna perché sceglie il servizio umile. San Josemaría diceva che il presepe è una cattedra. Perciò bisogna farlo il presepe perché insegna il segreto della felicità ai bambini e a quel bambino che è in noi. Mettiamo con trepidazione, amore e commozione il bambino nella culla nella Notte Santa.






A Gesù Bambino
di Umberto Saba
 
 La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.

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