L'Ultima Cena è un momento profondamente emozionante.
"Ho desiderato ardentemente" dice Gesù "di mangiare questa
Pasqua con voi" (Lc 22). In latino "desiderio desideravi": con
desiderio ho desiderato (una traduzione letterale che fa capire l'intensità
della volontà di Gesù). Nel lungo discorso riportato da Giovanni, Gesù
promette: "io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché
rimanga con voi per sempre": lo Spirito Santo. Nel giorno della Pentecoste
questa promessa viene mantenuta: gli Apostoli si trasformano. Da timidi
diventano sfrontati: parlano chiaro e tutti li capiscono. Tremila si fanno
battezzare. Lo Spirito Santo, dolce ospite dell'anima, più intimo di me stesso
come diceva Agostino, è il sostegno nostro e di tutta la Chiesa: non è soltanto
un sostegno personale ma di tutta la comunità umana. Diciamolo pure: senza lo
spirito cristiano la civiltà decade inesorabilmente. La stessa Comunità Europea
è nata prevalentemente ad opera di cristani convinti come De Gasperi, Schuman
(per entrambi è in corso il processo di beatificazione) e Adenauer. Dopo i
primi anni la cultura tecnocratica si è imposta generando un'entità tecnica in
cui è difficile riconoscersi. E' solo un esempio che richiama il racconto
biblico della Torre di Babele. Quando gli uomini pretendono di creare un'opera
comune prescindendo da Dio il risultato è la confusione e la divisione. Nella
Pentecoste invece non si realizza un'unità organizzativa bensì un'unità
sostanziale che nasce dalla comunione dei santi pur nelle differenze di lingue
e culture. C'è poco da fare: la nostra civiltà nasce dall'inabitazione dello
Spirito Santo nei cuori. Senza di Lui nulla.
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