Nel
presepe napoletano non manca mai un pastore che dorme. Si chiama Benino ed è un
personaggio della Cantata dei Pastori. Io m’identifico con Benino che,
dormendo, non si rende conto, non sente e non vede. Sempre ho la sensazione di
non capire abbastanza davanti alla scena così semplice del presepe. Ho bisogno
di silenzio e di riflettere. In quella scena c’è Maria. E’ grazie al suo sì che
tutto è potuto accadere. Fiat mihi
secundum verbum tuum. Maria accetta la volontà di Dio. E’ senza peccato originale. Lei è la donna come
Dio l’ha pensata: è la vera donna. Siccome è senza macchia sa che per la
creatura non c’è nulla di meglio che stare in sintonia col Creatore. Giuseppe
invece risente del peccato originale, ciò non ostante dice sì anche lui.
Rinuncia ai suoi progetti personali che erano bei progetti: se non altro era
felice di sposare una creatura meravigliosa come Maria. E invece paffete! Tutto
cambia e Giuseppe, da uomo giusto, si fa carico della situazione con
intelligenza e cuore. Che prova per la mia fede credere al cento per cento che
quel bambino è Dio! Sembra una cosa incredibile. Per crederlo occorre che mi
faccia bambino io davanti al Padre Dio che si rivela e che confermerà con luminosi
segni la divinità di Gesù. Benino si sveglia e capisce che non può andare alla
grotta santa come uno sciocco. Capisce che da ora in avanti dovrà conoscere e
aderire al messaggio che quel Bambino porta. Leggerà il Vangelo, si confesserà
e si comunicherà con quel piccolo corpo, capirà che dovrà sempre pregare e
appoggiarsi al braccio di Dio come un bambino dai passi incerti. Quella luce
che viene a va, dai Magi ai pastori, continuerà nei secoli, illuminando le nostre
città piene di noi Benini che dormiamo in piedi. Benini che si sveglieranno
quando crederanno che quel Bambino porta la luce vera che splenderà totalmente
a Pasqua, quando Gesù risorgerà.
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