Il 13 dicembre di 15 anni fa, giorno di Santa Lucia,
Leonardo Mondadori è morto. Le sue ultime parole furono di lode al suo Papa,
che tanto amava. Era orgoglioso di aver diffuso in tutto il mondo il libro di
Giovanni Paolo II e di aver pubblicato la sua prima biografia dettagliata in
due volumi. Ma soprattutto era in sintonia col suo pensiero. Le sue ultime
parole sono state "Ha ragione il Papa" mentre sua figlia gli leggeva dichiarazioni
sue pubblicate su un quotidiano. Quando l'ho conosciuto mi dette l'impressione
di una persona gentile, operosa, di buona volontà. Ancora conservava un recinto
impenetrabile attorno al suo cuore. Poi man mano che frequentava un sacerdote
che gli presentai sembrò che il suo petto diventasse di cristallo. Diventò
aperto, sincero, apostolico. Desiderava far partecipare alla gioia di una fede
ritrovata tutti i suoi amici. In questi giorni che mi avvicinano al Natale
cerco di immedesimarmi nei personaggi che abitano nel mio presepe interiore.
Maria e Giuseppe hanno detto "sì" ai progetti di Dio. L'annunciazione
alla Madonna termina con un sì: si faccia la volontà di Dio. Ma anche Giuseppe
aveva un suo progetto di vita. Forse era meno preparato di Maria all'intervento
di Dio nella sua esistenza. Ciò non ostante ha detto sì. Questi "sì"
sono il segreto della felicità dell'uomo. Il peccato originale è un
"no". Voglio fare a modo mio. Questo peccato m'insegue e amareggia la
mia vita. Solo quando dico sì a Dio nasce la gioia piena. Leonardo seppe dire
sì, nonostante le tentazioni che una vita agiata gli presentava. Diventò
davvero un operaio della vigna del Sigore come disse Benedetto XVI.
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