Durante
le vacanze di Natale ho rivisto l'irresistibile incipit della commedia di
Eduardo "Natale in casa Cupiello". Tutta la commedia gira attorno
alla visione del mondo del papà Lucariello: una visione ordinata dove il
presepe è una bella cosa, il figlio va ricondotto sulla buona strada perché è
viziato e un po' mariuolo e la figlia va riportata agli affetti di un
matrimonio regolare evitando i capricci extraconiugali. Le cose non vanno così
e Lucariello ne muore. Nella commedia "Filumena Marturano" i punti di
riferimento sono chiari: l'aborto è un crimine (il grido "i figli so'
figli" è da brivido) e la vita disordinata di Mimì Soriano va emendata da
un matrimonio riparatore che Filumena riesce a strappargli. Eduardo era
considerato "di sinistra" all'epoca ma i punti di riferimento
antropologici sono indiscussi e sono quelli che hanno retto la nostra società
fino al secondo dopoguerra, sia pure attraverso le tempeste ideologiche del
'900.
Dal
'67 in poi un nuovo tentativo di ingegneria sociale arriva dagli Stati Uniti.
Viene abolito il codice di autoregolamentazione dei film di Hollywood, il '68
esplode con il libero amore, e vengono promossi valori come l'aborto facile, il
divorzio breve, l'esaltazione dell'omosessualità, la sterilizzazione di massa
nei paesi poveri, l'eutanasia e via discorrendo con il politically correct. Una
rivoluzione antropologica che fabbrica individui single, consumatori, in
concorrenza fra di loro, allo scopo di rendere sempre più ricche le lobby
finanziarie che investono incredibili capitali in questo disegno.
Chi
ha fede in Dio non deve temere: sempre il principe di questo mondo ha mosso
guerra a Gesù e ai suoi discepoli. L'importante è rendersi conto del processo
in atto in modo da reagire in modo adeguato. Per prima cosa occorre che chi ha
fede la viva in modo consapevole e conseguente. In secondo luogo occorre
cultura e competenza professionale per creare una società solidale in cui la
ricchezza non sia l'unico orizzonte.
Nessun commento:
Posta un commento