“Darsi
sinceramente agli altri è di tale efficacia che Dio lo premia con un’umiltà
piena di allegria” (Forgia 591”). E’ un pensiero di San Josemaría di grande
semplicità ma molto saggio. Parla di umiltà che è sempre collegata con l’allegria.
Quando penso ai miei diritti, a ciò che mi spetta, ai riconoscimenti che
meriterei, divento pesante e antipatico. Se invece mi preoccupo degli altri
vengo attirato in un mondo in cui sono spettatore e anche umile servitore (come
disse Joseph Ratzinger quando fu eletto papa). Ogni persona è un mondo: essere
disposti ad entrare in punta di piedi in quel mondo è sempre una scoperta. Imparo
e verifico che gli altri sono più buoni di me: hanno tante cose da insegnarmi.
La
disponibilità alla volontà di Dio è fondamentale. “Manca la gioia? Pensa: c’è un
ostacolo fra Dio e me. Indovinerai quasi sempre”(Cammino 662). Da questo punto
di vista quando avverto una punta di tristezza o scoraggiamento mi sembra come
una spia rossa nel cruscotto dell’auto. C’è qualcosa che non va con Dio. Per
quanto riguarda me, toglierei quel “quasi”. Direi che sempre quando mi rivolgo
a Dio la tristezza scompare.
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