Le piccole mortificazioni devono
essere costanti come il battito del cuore, diceva San Josemaría. Chi non avesse
idea del rapporto del cristiano con Gesù penserebbe che si tratta di un
pensiero angosciante. Invece no.
Significa in ogni situazione mantenere vivo il dialogo col Signore. La mattina
suona la sveglia, sono sprofondato nel sonno: mi alzo o non mi alzo… Gesù è la
prima occasione per manifestarti il mio amore, e mi alzo. Dovrei fare ordine ma
non mi va, preferirei fare un’altra cosa, anch’essa buona, ma l’ordine della
giornata richiede di fare il punto. Gesù per amor tuo mi fermo e scrivo la
scaletta di cose da fare. Così via. A
tavola servono i fagiolini: quei cosini verdi che non sanno di niente. Invece di
chiedermi ad alta voce come mai la creazione ha previsto i fagiolini, ne prendo
un po’ e penso: Gesù, ci metto un po’ d’olio e aceto così avranno un sapore. Lo
faccio per te. La sera fin da bambino non mi è piaciuto andare a letto. Mia
madre aveva una canzone che dichiarava l’inizio delle ostilità (a Napoli una
canzone serve sempre): Catarì… A quelle note cominciavo a scappare e l’inseguimento
diventava un gioco che finiva con la distesa a letto. Ora che ho qualche anno
in più, devo pensare che l’indomani mi sveglierò con difficoltà se faccio tardi
e allora: Gesù vado a letto per te. Sono tante le occasioni per non fare ciò
che devo e questo battito del cuore, del cuore napoletano, mi aiuta. Preciso che
non sempre sono vittorie…
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