giovedì 27 settembre 2018

ll battito del cuore


Le piccole mortificazioni devono essere costanti come il battito del cuore, diceva San Josemaría. Chi non avesse idea del rapporto del cristiano con Gesù penserebbe che si tratta di un pensiero angosciante.  Invece no. Significa in ogni situazione mantenere vivo il dialogo col Signore. La mattina suona la sveglia, sono sprofondato nel sonno: mi alzo o non mi alzo… Gesù è la prima occasione per manifestarti il mio amore, e mi alzo. Dovrei fare ordine ma non mi va, preferirei fare un’altra cosa, anch’essa buona, ma l’ordine della giornata richiede di fare il punto. Gesù per amor tuo mi fermo e scrivo la scaletta di cose da fare.  Così via. A tavola servono i fagiolini: quei cosini verdi che non sanno di niente. Invece di chiedermi ad alta voce come mai la creazione ha previsto i fagiolini, ne prendo un po’ e penso: Gesù, ci metto un po’ d’olio e aceto così avranno un sapore. Lo faccio per te. La sera fin da bambino non mi è piaciuto andare a letto. Mia madre aveva una canzone che dichiarava l’inizio delle ostilità (a Napoli una canzone serve sempre): Catarì… A quelle note cominciavo a scappare e l’inseguimento diventava un gioco che finiva con la distesa a letto. Ora che ho qualche anno in più, devo pensare che l’indomani mi sveglierò con difficoltà se faccio tardi e allora: Gesù vado a letto per te. Sono tante le occasioni per non fare ciò che devo e questo battito del cuore, del cuore napoletano, mi aiuta. Preciso che non sempre sono vittorie…

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