La mia vita è come un fiore di campo. Oggi c’è e domani non
c’è. E’ un soffio. Questa considerazione è tratta da un salmo, cioè da un canto
rivolto a Dio. Eppure questo piccolo sussultare di vita non è senza senso: ha
una direzione. In questi giorni di Natale ho tentato di considerare questo
mistero: Dio viene verso di me, mi chiama verso di Lui. La mia breve vita non è
la luce di un lampo che si estingue: è una stella che fila verso Dio, non
svanisce.
Perché questa verità è compresa da alcuni e apparentemente
ignorata da altri? Tu lo sai Signore. Io vedo
che alcuni sono attratti dalla luce di Dio. I pastori semplici e
ignoranti vedono e capiscono. I Re Magi, i saggi, i colti dal cuore umile,
intraprendono un cammino per giungere fino al Bambino.
Erode invece si agita, vede in Te Signore un pericolo e
semina morte. I teologi che lo circondano sanno dove nascerà il Messia e sanno
tante cose ma la loro scienza non tocca il cuore: restano lì dove sono. E i
tanti preoccupati di tirare a campare, di realizzare i loro ansiosi progetti,
di evadere dalla vita troppo dura… questi sembra che non si accorgano di
niente.
Dentro di me ci sono tutti: i pastori, i Magi, Erode, i
presuntuosi inutili, i distratti. Io sono tutti loro, tutti si agitano dentro
di me e ho difficoltà ad accettarti completamente Bambino. Aiutami tu e aiuta
tutti noi. Voglio essere fra quelli che ti cercano, che ti mangiano i piedi con
i baci come voleva Sant’Alfonso dei Liguori… addolcisci il mio cuore, rendimi
desideroso dell’unica verità che dà senso, calore e luce alla mia vita. Come
diceva Santa Caterina: Gesù dolce, Gesù Amore.
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