Credo che l’esigenza
più sentita nella Chiesa di oggi non riguardi le questioni che si dibattono sui
giornali ma riguardi la coscienza dei cristiani dell’essere tali. Per essere
chiari mi pare che il cristiano medio di oggi non sia cosciente che la sua
vocazione è quella di essere un “solido innamorato di Dio”. E’ un’espressione
che mi aiuta quando faccio l’esame di coscienza. Da una parte la solidità: il
cristiano è chiamato all’identificazione con Cristo che avviene con il mio piccolo
contributo e con il grande aiuto di Dio. L’identificazione con Cristo significa
l’unione con Dio Padre e la coscienza di avere la propria missione da svolgere.
“Fiat voluntas tua” è un’espressione che Gesù ripete e ci fa ripetere nel Padre
Nostro. Maria è la prima che risponde con una frase simile. Fare ciò che Dio
vuole: sembrerà strano ma per me è il pensiero più rasserenante che mi aiuta
nei momenti di disorientamento. D’altra parte quella del cristiano non è l’obbedienza
ad un dittatore, è l’obbedienza al creatore del nostro cuore. Un Creatore che
si fa uomo. Perciò tutte le corde dell’umanità possono vibrare in questo amor
di Dio che è riposo per il mio cuore, per dirla con Sant’Agostino. Perciò i
santi sono uguali e diversi a un tempo. Egualmente fermi nella loro risposta
alla chiamata di Dio e differenti secondo la missione che ricevono. Questo della
missione è un punto importante. Credo che bisogna cancellare l’idea del
cristiano bambino buono che non dice le parolacce e non si droga. Il cristiano
ha una missione da compiere che è definita dalla fotografia della sua
situazione. Lì dove sta deve essere un fuoco di amore, di amicizia, di
laboriosità, di allegria… Lì ha una missione concreta. Penso che sia questa la
maggior richiesta che oggi la Provvidenza ci propone e che l’ultimo Concilio ha
definito.
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