Da ragazzo
sentivo parlar molto degli intellettuali cattolici francesi: Bernanos, Mauriac,
Claudel, Maritain, Gilson, Daniel Rops, Jean Guitton, e così via… Un sacerdote
amico, per dirozzare me diciassettenne spensierato napoletano, mi fece leggere
il Diario di un curato di campagna di
Bernanos: una lettura che portai avanti faticosamente finché saltai al finale e
restituii il libro. Era la storia di un sacerdote che si macerava in digiuni,
prendendo un po’ di vino, soffrendo il mal di stomaco e morendo pronunciando la
frase : “tutto è grazia”. Il romanzo è un capolavoro ma non ero preparato. Anzi
da allora cominciai a provare un istintivo rifiuto per quel tipo di
spiritualismo francese. Tutt’altra impressione ho tratto leggendo ora la vita
di Paul Claudel (1868-1955) scritta da Flaminia Morandi (Paul Claudel/ Un amore
folle per Dio ed. Paoline). Da quelle pagine emerge una forte personalità
caratterizzata da qualità apparentemente in contrasto fra loro. A diciotto anni
il giovane Paul si converte ascoltando il Magnificat nella Cattedrale di Notre
Dame: una conversione che lo segnerà per tutta la vita anche nelle vicende più
complicate che dovrà affrontare. A Parigi Paul frequenta gli intellettuali dei
suoi anni e scopre la vena letteraria che affiancherà la sua carriera
diplomatica di gran successo (diventa fra l’altro ambasciatore francese negli
Stati Uniti, oltre che in Cina e Giappone). L’evento che caratterizza la sua
vita è l’innamoramento per una bella polacca, già sposata, che provocherà un
conflitto interiore per lunghi anni fino ad arrivare ad una composizione
ragionevole: pur separandosi da lei capirà che l’amore umano è una via per
comprendere e vivere l’amore per Dio. I drammi che scrive sono continuamente
rielaborati. In Italia è conosciuto maggiormente L’annuncio a Maria mentre le altre opere sono meno famose. Il
carattere di Paul non è certo facile ma la fede in Dio lo aiuta a mantenere
coerente la rotta della sua vita pur in mezzo alle passioni e le difficoltà
professionali. Per l’uomo d’oggi è importante conoscere la sua vita, così
simile a quella di un professionista esposto alle vicissitudini della
modernità. Bisogna rendere omaggio alla capacità di indagine e di racconto di
Flaminia Morandi che descrive con partecipazione e intelligenza gli stati
d’animo del protagonista. Il lettore si rende conto alla fine che non ha
conosciuto un personaggio del passato ma un protagonista della nostra epoca la
cui fede non viene intaccata dal laicismo francese onnipresente.
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