Strano a dirsi ma erano molti ai tempi di Gesù che rimanevano delusi dalla sua predicazione: volevano indicazioni pratiche per risolvere la penosa situazione politica e sociale del tempo. Non solo Giuda ma diversi fra gli apostoli gli chiedono quando avverrà la restaurazione politica del regno di Dio. Gesù invece ribadisce che il regno di Dio è dentro di noi: alcuni capiscono altri non capiscono. La storia ha dimostrato che, non solo dal punto di vista spirituale, ma anche dal punto di vista sociale il cristianesimo ha cambiato il corso delle vicende umane. Prova ne sia che contiamo gli anni a partire dalla nascita di Gesù. Così si spiega anche quella misteriosa frase: “Senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,2) che sembra contraddire il buon senso e smentire la filosofia dell’uomo che si è fatto da sé, così diffusa oggi. Fare le cose senza Gesù è come costruire con la paglia: apparenza senza sostanza.
Questa considerazione mi conforta oggi che abbiamo tanti motivi d’insoddisfazione per la situazione nazionale e internazionale. Ben fanno tante realtà della Chiesa a insistere sulla priorità della vita spirituale, della necessità d’identificarsi con Gesù. E questo non solo per i sacerdoti, frati e suore ma per ogni cristiano. Mi ritorna continuamente in mente il rimprovero di Gesù a Marta e la lode a Maria: “una sola cosa è necessaria, e Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (Luca 10,42).
Proprio perché la nostra situazione ha tanti aspetti lamentevoli, occorre vivere di fede con l’intenzione di fare unicamente la volontà di Dio. Essere uniti al Padre come era Gesù e identificarsi con Lui. Questa è la priorità, anche se sono pochi a dirlo. Da qui poi verrà il coraggio e la capacità per il cittadino cristiano di sanare a poco a poco la società inquinata che lo circonda.
Nessun commento:
Posta un commento