Quando Gesù dice
: la
verità vi farà liberi (Gv 8,32) non intende solo la
contemplazione intellettuale delle verità di fede ma invita a vivere secondo
le verità di fede. Noi siamo stati educati, per la maggior parte, a considerare
il rapporto con Dio come periferico, semmai una semplice morale – comportarsi bene
– o una risorsa quando ci troviamo in situazioni disperate. Questa visione
riduttiva è il male della nostra epoca. Noi viviamo in Dio come spiega San
Paolo: “In lui infatti viviamo, ci muoviamo
ed esistiamo” ed è quindi puerile considerare Dio un accessorio. “ Sia dunque che mangiate sia che
beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa…” dice sempre San Paolo, conviene
essere coscienti che lo facciamo grazie a Dio, stando in Lui. I santi hanno
fatto così. Mi ricordo di aver sentito San Josemaría dire che più volte al giorno viveva la scena del
figliol prodigo che torna da suo padre. Voleva dire che si accorgeva quando si
staccava dall’unione con Dio e subito ritornava a Lui: non voleva distrarsi.
Chiedeva perdono e ricominciava. E’ una gran comodità vivere da figli piccoli
di Dio, far fare a Lui le cose. E’ una maniera semplice e spontanea di vivere
la fede. Santa Teresa diceva che l’immaginazione è la pazza della casa. Vuol
dire che sperimentava anche lei la capacità della nostra mente di distrarsi e
anche di far fatica di concentrarsi in Dio. Quante volte mi distraggo durante
la giornata! Meno mi distraggo e più sono contento alla fine della giornata.
Quando mi sono fatto aiutare a sbrigare
quella faccenda con l’aiuto della Madonna o di San Giuseppe, quando mi sono
affidato a Gesù prima di quell’incontro delicato che doveva andar bene, oppure
quando ho chiesto l’aiuto dello Spirito Santo per snebbiarmi il cervello perché
non riuscivo a concludere nulla, allora sono contento qualsiasi cosa sia
successo: in genere succedono cose buone…
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