Fra pochi giorni si celebrerà la festa della
Pentecoste che ricorda l’effusione dello Spirito Santo sulla Vergine e sugli
Apostoli dopo 50 giorni dalla Risurrezione di Gesù. Il laico cristiano ha un
modello di vita nel prezioso libro degli Atti degli Apostoli perché il rapporto
con Dio di quei primi cristiani era di una consapevolezza esemplare.
Il rapporto con Dio dipende dalla Sua grazia e
la Pentecoste conferma questo bisogno dell’uomo di ricevere l’aiuto di Dio.
Basti pensare che gli Apostoli stessi, che pur avevano assistito a cose
straordinarie dopo la Risurrezione di Gesù, trovano la forza di lanciarsi nella
predicazione solo dopo la Pentecoste.
Ciò non ostante la fede presuppone da parte del
cristiano un minimo di conoscenza della Rivelazione divina. Se si pensasse oggi
di fare un’inchiesta su quanti cristiani sanno che esiste un libro chiamato
“Atti degli Apostoli”, il risultato sarebbe prevedibile e sconcertante. Non si
può amare ciò che non si conosce ed è evidente che occorre aumentare la formazione
e l’informazione sui contenuti della fede cristiana.
Nella prossimità di questa festa posso chiedere
allo Spirito Santo questa grazia: di saper essere un diffusore del Vangelo,
anzi, per essere precisi, del Nuovo Testamento che è formato dai 4 Vangeli, gli
Atti degli Apostoli, le Lettere apostoliche di San Paolo e di altri Santi e
l’Apocalisse. (E’ meglio precisare, tanto per capirsi).
E’ singolare che la nostra civiltà, che tutti
concordemente definiscono originata congiuntamente dalla cultura greco-romana e
da quella giudaico-cristiana, preveda nel sistema formativo una buona
conoscenza dei classici greci e latini e non della Bibbia, cioè dell’Antico e
Nuovo testamento. Se non sapessi che esistono l’Iliade e l’Odissea mi riterrei
un ignorante mentre invece sto tranquillo se non ho mai letto i libri del
Pentateuco o la Lettera a Filemone.
Che lo Spirito Santo mi illumini nel diffondere
la Sua Parola.
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