venerdì 3 dicembre 2010

Intervista a Tv2000








I giovani preferiscono il Paradiso

di Luigi Ferraiuolo, da "La compagnia del libro" di Tv2000, 3.12.10
 
Credereste a un perfetto sconosciuto - incontrato per strada, mettiamo a Via del Corso, nella città eterna, a Roma - che vi dicesse che preferisce il Paradiso! E per risposta catalizzasse gli abbracci di un miriade di giovani. Beh, è realmente accaduto, qualche giorno fa, quando abbiamo girato l’intervista a Pippo Corigliano (che potete vedere affianco), autore del libro “Preferisco il Paradiso: la vita eterna com’è e come arrivarci” (Mondadori, 2010, 18 euro).

Sarà stato l’effetto telecamera o l’innata simpatia che sprigiona il portavoce italiano dell’Opus Dei: sempre con il sorriso sulle labbra e la battuta partenopea – è un napoletano verace – a portata degli amici. Corigliano aveva appena finito di raccontare – come scrive nel libro – che spesso si sente come i fratelli Blues: Jake ed Elwood, i due protagonisti di “The Blues Brothers”, in missione per conto di Dio per salvare dal famelico ufficio delle tasse dello Stato il collegio in cui sono nati e cresciuti in Illinois, negli Usa. E la citazione del film di John Landis non è casuale.
Il libro di Corigliano, contrariamente all’idea che può emanare il tema – da molti laici considerato di difficile approccio – è invece semplice e affascinante. Perché spiega la vita eterna, la resurrezione, il paradiso, la gioia di vivere e tanto altro utilizzando aneddoti e insegnamenti di vita quotidiana. E per farlo non disdegna di usare una vera e propria colonna sonora e cinematografica che accompagna tutto il libro. Da quando racconta che il cuore è al centro della vita delle persone a quando parla dell’amore fra persone, citando Claudio Baglioni e Ornella Vanoni, ma anche Nada e Patty Pravo o una canzone popolare latino americana molto amata da Giovanni Paolo II: “La bella morenita”. Oppure quando evoca per il giardino dell’Eden il girotondo finale di “Otto e mezzo”. E anche quando cita i Padri della Chiesa o i santi che hanno fatto storia lo fa in maniera lieve – quasi alla Calvino – ma appassionata. Ed è proprio la passione la chiave di volta del libro di Pippo Corigliano. Dopo gli appunti di viaggio sulla sua esperienza di comunicatore nell’Opus Dei, infatti, l’ingegnere napoletano in “Preferisco il Paradiso” comunica al lettore una grande passione. Per Dio, per la vita, per il creato, per l’uomo, per l’amore. Forse la stessa ineguagliabile passione che ha ricevuto dai suoi maestri, come Escrivà de Balaguer, ma anche dalle tante letture appassionate compiute in tanti anni. E non ha paura a dire che molte cose non le aveva capite. Le ha comprese con il tempo, come la semplice devozione per il Cuore di Gesù, o quelle per i pensieri ultimi della vita di un cristiano.
Mentre, infatti, dell’inferno e del purgatorio si discute spesso e talvolta a sproposito, del Paradiso e di ciò che ci attende dopo la vita terrena si parla poco e male.

E, invece, mai come oggi, l’uomo ha bisogno di sentirsi dire che il Paradiso c’è e ci sta aspettando. Argomenti come la fede, la vita interiore dopo la morte e l’esistenza di un aldilà dove possa inverarsi l’atteggiamento del buon cristiano di fronte al mondo diventano elementi di riflessione positiva da applicarsi alla vita quotidiana, sia che si parli di amicizia, di amore, di lavoro o di affetti verso il prossimo. Un libro stimolante e pieno di fiducia nelle virtù dell’uomo, per conquistare il paradiso.
“Dio non è solo creatore, è anche creativo – sottolinea Corigliano - Dio è un artista e le opere d’arte non stancano né annoiano. Se il Signore non annoia non si capisce perché devono essere noiosi quelli che parlano di Lui. Se sono noiosi è perché ne sanno poco. Perciò i santi erano affascinanti: avevano dimestichezza con Lui, vivevano con Lui.”



Intervista al TG5