martedì 22 maggio 2012

Libro intervista a Ettore Bernabei di Pippo Corigliano



Ho cominciato a frequentare Ettore Bernabei nel 1980. Da allora lo vado a trovare ogni domenica alle 19 e stiamo un’ora insieme. In più di trent’anni non c’è stato un momento di calo d’attenzione per ciò che Ettore esprimeva con parole toscane, con mimica, con umorismo e anche con urla. Urla mai dirette contro persone ma sempre volte a focalizzare una situazione che andava migliorata. In Ettore ho trovato l’uomo di fede, l’uomo che ha il senso della patria e della Chiesa, l’imprenditore coraggioso, il padre di famiglia (otto figli) attento ai minimi particolari, il marito fedele (su questo si potrebbe scrivere un altro libro). Un uomo di grande esperienza e di grandi esperienze. Nemmeno per un istante mi è parso interessato al suo “particulare”, come direbbe il suo conterraneo Guicciardini. Le sue intenzioni sono rivolte al bene comune: per questo è stimato da politici ed ecclesiastici, imprenditori e studiosi, tanto da meritare l’appellativo di “Uomo di fiducia”.
La sua visione storico politica, maturata in tanti anni di attività professionale, supera gli schemi dominanti nei mezzi di comunicazione e spesso è sconcertante per chi crede di vedere la realtà attraverso i media. Gianluca Oricchio lo sentì parlare in un incontro con professionisti e lanciò l’idea di un nuovo libro intervista. Mi sono munito di un registratore e i nostri incontri domenicali hanno lasciato una traccia, che la perizia di Stefano Grossi Gondi ha trasformato in un libro. Un libro che apre orizzonti e infonde la speranza che da questa nostra Italia ancora possa venire qualcosa di importante per il mondo intero.




Poco senso dello stato? Ricominciamo dalla famiglia


Chi non ha sentito dire che “gli italiani non hanno il senso dello stato?” mentre basta dare un’occhiata alla storia dell’Italia unita per rendersi conto che gli italiani non possono avere il senso dello stato e quel poco che c’è sembra un miracolo. Uno stato che si è costituito non solo contro lo Stato Pontificio ma contro la Chiesa. La persecuzione nei confronti dei sacerdoti e religiosi è durata fino alla seconda guerra mondiale ( i Patti Lateranensi del ‘29 non sopirono l’atteggiamento arcigno del fascismo nei confronti della Chiesa). Quasi un secolo di ostilità, su 150 anni di storia unitaria, è una bella percentuale, aggiungendo che il laicismo è tuttora imperante nei mezzi di comunicazione e in politica. Negli Stati Uniti durante la prima campagna elettorale Obama recitò il Pater Noster assieme a due milioni di convenuti. Chi potrebbe fare qualcosa di simile in Italia?
  La spaccatura fra sentimento religioso e coscienza civile è più che mai evidente nella politica italiana nei confronti della famiglia. Oggi in Italia per sposarsi occorre essere eroi e per perseverare nel matrimonio occorre essere santi. Fra gli stati democratici l’Italia è quella che ha la peggior legislazione nei confronti della famiglia. Quella famiglia che col suo risparmio sta salvando il Paese dalla bancarotta. Ben venga la giornata delle famiglie di Milano. Può essere il punto di partenza di un capovolgimento di prospettiva di cui il Paese ha bisogno. I partiti, quel che resta di loro, sono avvertiti.


martedì 15 maggio 2012

Solo la Dottrina sociale della Chiesa ha retto

 
Sono stato alla presentazione di un libro di Stefano Fassina, responsabile del dipartimento economia del Partito Democratico, il partito nato dalla vecchia pianta comunista. Partecipava anche Fausto Bertinotti, grande leader della sinistra estrema. Sapete qual’è stato il punto centrale del dibattito? L’attualità e il valore della dottrina sociale della Chiesa. Non sto sognando, copio dal libro (titolo: Il lavoro prima di tutto): “Nello smarrimento post Lehman-Brothers, la Chiesa di Benedetto XVI … è stata un punto di riferimento. Ha messo a nudo le radici etiche, culturali e politiche dell’equilibrio saltato: l’individualismo utilitaristico e il primato dell’economia sulla politica.” Proprio così.
Come sono lontani i tempi in cui la dottrina sociale della Chiesa veniva derisa al cospetto del marxismo scientifico e del liberismo trionfante della Thatcher! E’ un conforto pensare che i cristiani disprezzati e oltraggiati come il loro Fondatore, alla fine restano, mentre gli altri passano. E allora al lavoro! La politica deve imparare ad avere orizzonti cristiani. La persona deve tornare al centro. Ma, oltre la persona, la famiglia, che è la vera risparmiatrice e salvatrice dell’Italia finora ignorata e disprezzata come anticaglia clerico-fascista, deve diventare il perno del programma politico. E, dopo la famiglia, l’accoglienza per le forze vive della società, applicando il principio di sussidiarietà, finora predicato e praticato, mi pare, soltanto nella regione Lombardia.  



35 anni fa andai con Montanelli all'Università di Navarra. Il suo articolo, la lettera al Papa




venerdì 4 maggio 2012

Grazie, il Nirvana non fa per me


Un mensile che tratta di stile di vita, anzi di style (se no che stile è?), pubblica un’inchiesta sulla felicità con esempi di personaggi “felici” un po’ curiosi: la signora che fotografa se stessa per dimensionare i propri problemi, il giovane che vive soltanto dei prodotti della terra che lui stesso coltiva, il tipo che a 30 anni ha cominciato a correre e non smette più, precisando che però bisogna mangiar bene. Una felicità fatta di espedienti, insomma. Ma ecco un lampo di spiritualità: c’è chi propone di meditare, per non lasciarsi travolgere dai picchi emozionali. La giornalista, colpita, esclama: “bello! Ma come si diventa così zen?”
Ci vorrebbe Carosone che canta: “Tu vuoi fare l’orientale, ma sì nata in Italy”. Possibile che l’unico accenno alla meditazione sia di marca “zen”, cioè di scuola buddista? Apparteniamo a una civiltà che è fiorita all’alba del Medio Evo nei monasteri (vere isole nel mare di barbarie), si è affermata attraverso le università, fondate da uomini di fede (cristiana), ha creato la cultura occidentale che oggi è il punto di riferimento anche per i paesi non occidentali. Un cinese mi ha detto: “noi veniamo qui ammirati dalla vostra civiltà e ci accorgiamo che la state buttando dalla finestra”. Gesù ci ha insegnato a pregare dicendo “Padre nostro”. Abbiamo una madre, Maria, che ci svela il volto materno di Dio. Vivo a tu per tu con un Dio personale. Sorry, il Nirvana, la dispersione buddista di me stesso nel cosmo, non è nel mio style! Bye, bye!