Ho cominciato a frequentare Ettore Bernabei nel 1980.
Da allora lo vado a trovare ogni domenica alle 19 e stiamo un’ora insieme. In
più di trent’anni non c’è stato un momento di calo d’attenzione per ciò che
Ettore esprimeva con parole toscane, con mimica, con umorismo e anche con urla.
Urla mai dirette contro persone ma sempre volte a focalizzare una situazione
che andava migliorata. In Ettore ho trovato l’uomo di fede, l’uomo che ha il
senso della patria e della Chiesa, l’imprenditore coraggioso, il padre di
famiglia (otto figli) attento ai minimi particolari, il marito fedele (su
questo si potrebbe scrivere un altro libro). Un uomo di grande esperienza e di
grandi esperienze. Nemmeno per un istante mi è parso interessato al suo
“particulare”, come direbbe il suo conterraneo Guicciardini. Le sue intenzioni
sono rivolte al bene comune: per questo è stimato da politici ed ecclesiastici,
imprenditori e studiosi, tanto da meritare l’appellativo di “Uomo di fiducia”.
La sua visione storico politica, maturata in tanti
anni di attività professionale, supera gli schemi dominanti nei mezzi di
comunicazione e spesso è sconcertante per chi crede di vedere la realtà
attraverso i media. Gianluca Oricchio lo sentì parlare in un incontro con
professionisti e lanciò l’idea di un nuovo libro intervista. Mi sono munito di
un registratore e i nostri incontri domenicali hanno lasciato una traccia, che
la perizia di Stefano Grossi Gondi ha trasformato in un libro. Un libro che
apre orizzonti e infonde la speranza che da questa nostra Italia ancora possa
venire qualcosa di importante per il mondo intero.
Nessun commento:
Posta un commento