mercoledì 26 agosto 2015

Per ridere: come scegliere una ragazza

Questo è un post da non prendere troppo sul serio:
 
Ridiamo con i ragazzi che mi chiedono consiglio su come scegliere la fidanzata. Rispondo con tre indicazioni nette che, essendo generali, lasciano il tempo che trovano ma non per questo sono senza valore. Il primo requisito è che sia allegra. Il maggior difetto nelle donne è la “lagna”, l’attitudine a lamentarsi. Stranamente anche le donne sono d’accordo su questo punto. Bisogna aggiungere che il maggior difetto degli uomini è l’intemperanza. E così si compensano le diagnosi. Il secondo punto è che sia cattolica perché non basta guardarsi negli occhi ma occorre anche guardare nella stessa direzione. Su questo punto c’è un accordo generale. Il terzo è che sia affettuosa, il che capita generalmente alle meridionali.
L’uomo consciamente o inconsciamente vorrebbe essere amato senza limiti come lo amava sua madre. In Italia la mamma è molto presente: generalmente al Nord in modo più duro e rigoroso; nel Sud in modo più fisico e affettivo. Le mamme del sud sono baciose. L’uomo gradisce la moglie baciosa. Allo stesso modo la donna vuole essere capita e protetta come faceva suo padre, e così le considerazioni si bilanciano. Sono consigli dati per ridere ma una verità di fondo c’è. L’essenza del cristianesimo è saper voler bene. Questo non sempre è chiaro. Noi la buttiamo sempre sulla regola e così tendiamo a diventare gelidi farisei. Voler bene è faticoso. Vuol dire mettersi in croce quotidianamente. Il primo passo del voler bene è essere allegri e affettuosi. Ragazze prendete nota…

giovedì 20 agosto 2015

Meeting: la gratuità è un segno di Dio

 

Col passar del tempo il ricordo di don Giussani si staglia nella memoria portando con sé alcune idee madri che hanno un’efficacia esplosiva. L’incontro con Cristo nella sua predicazione era fondamentale. Perché l’alternativa è fra l’assenza di Dio e la Sua presenza. Se Dio non è, il mondo gira a vuoto e nulla ha significato. La terra diventa oscura e il mio amore si perde nella palude dell’amor proprio. Ma se Cristo è, vuol dire che Dio ha abbracciato la terra e ne ha fatto la sua casa, ne ha fatto il luogo della sua divinità vivificando ogni esistenza apparentemente effimera. Se Dio ha preso sulle spalle tutte le nostre sozzure ed è morto per noi, l’Eucarestia, il Suo Corpo e Sangue, diventano vita della nostra vita. Allora si può amare tutto e tutti vivendo, soffrendo, lavorando, sorridendo. Tutto acquista un significato e noi cristiani diventiamo i reali protagonisti della storia malgrado l’immensità apparente delle forze avverse.
Quando sono stato al Meeting ho avuto sempre l’impressione di scorgere una forza propulsiva della storia. Una clamorosa realizzazione costruita con la forza generosa dei volontari. Non ci sono solo i volontari, ma senza i volontari il Meeting non sarebbe ciò che è. La gratuità è un segno di Dio perché è il segno dell’amore. In famiglia tutto è gratuito perché vi regna la forza propulsiva dell’amore. Quando vengo al Meeting mi sento un amico di famiglia e avverto la potente paternità di don Giussani, messaggio espressivo della paternità di Dio

lunedì 10 agosto 2015

Quando c'è qualcosa di strano, c'è qualcosa di strano

 
C’è una singolare stranezza nell’insistenza dei media sui temi della morale sessuale (diritti degli omosessuali, introduzione di pratiche sessuali nelle scuole primarie, ecc.) mentre l’Occidente è sotto la sferza di una crisi economica che porta alla disoccupazione e a sofferenze mai provate a memoria d’uomo, specialmente nei paesi meridionali come la Grecia (i cui problemi non riguardano solo quel Paese  ma l’Europa nella sua coesione). In mezzo a queste urgenze epocali veniamo distratti da questioni sessuali che potremmo dire “di nicchia”, poste con un’urgenza drammatica senza che se ne veda il motivo. Quando c’è qualcosa di strano c’è qualcosa di strano, dice un proverbio di mia invenzione. Viene il sospetto che le lobby delle multinazionali, soprattutto i produttori d’armi (seguiti dagli sfruttatori delle materie prime dei paesi poveri e così via), usino il sistema mediatico per distrarre le popolazioni dai problemi reali. Mai come adesso la grande finanza utilizza la comunicazione come suo strumento.
Il processo si è reso evidente dal ’68 in poi quando si è voluta spacciare come rivoluzione giovanile un esperimento studiato a tavolino per destabilizzare paesi interi con ideologie fittizie. Occorre che i giovani cristiani approfondiscano seriamente sia la storia che l’economia. Da soli si può fare poco ma è sempre la cultura che cambia la storia. La Provvidenza provvede, ma noi dobbiamo esserne strumenti intelligenti, cominciando con studiare l’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’”. 


devo essere un erogatore d'amore

 
Io devo essere un grande erogatore d’amore. Le energie le prendo non da me, ma da Dio Padre, da Gesù e dallo Spirito Santo. La Madonna è la trasmettitrice della dolcezza di Dio Padre, della presenza del Figlio e del soffio dello Spirito Santo. Ogni cristiano ha questo compito che è il più bello di qualsiasi altro. “Marta Marta tu ti preoccupi di troppe cose” potrebbe ripetermi Gesù e avrebbe ragione. Sono portato a dare alle faccende quotidiane un’importanza fuori posto o, comunque, slegata dalla coscienza dell’amore come unica motivazione. “Voi non siete fatti altro che d’amore”: questa frase rivolta da Gesù a Caterina da Siena m’incanta perché mi fa vedere come per Dio le creature hanno un valore ascendente. Le galassie sono sabbia per Lui, la vita è una creazione meravigliosa, ma ancor più meraviglioso è il cuore dell’uomo, fatto a Sua immagine. Da ragazzo mi sembrava zuccherosa la devozione al Cuore di Gesù e invece il Papa insiste su quel Cuore misericordioso: indice un giubileo apposta. Forse questo devo capire del Giubileo. Non il traffico, l’aeroporto caotico, il flusso dei pellegrini. No, il Giubileo mi dice che Dio vuole da me un cuore che sa amare, comprendere, scusare, soccorrere, nella pazienza di chi sa di non essere Dio ed è legato ai limiti di una creatura che riesce a fare una cosa per volta. Per me il peccato è distrarmi dal compito di portare la luce di Dio con affetto e delicatezza. Dal pezzo di legno che sono il Signore vuole trarre un Pinocchio buono e sensibile.


sabato 1 agosto 2015

I nostri eroi sono i santi

 
Noi cristiani (che vorremmo esserlo sul serio) siamo chiamati a trasmettere fede, e, con la fede, uno stile di vita che fa cultura, che entra nel modo di vivere, di ridere, di soffrire, di creare bellezza, di stabilire amicizie, di condurre il matrimonio come una lunga avventura d’amore. Ogni cultura ha i suoi punti di riferimento e ha i suoi eroi. Gli eroi cristiani si rivelano specialmente al momento della morte quando si rende evidente la scelta di vita. Non è un caso che i primi cristiani nutrissero profonda devozione per i primi santi che erano i martiri, coloro che avevano testimoniato fino al sangue la loro fede. Anche oggi ci sono martiri in parti del mondo lontane da noi, martiri che risvegliano la nostra fede pigramente vissuta. Ma sono particolarmente significativi gli eroi delle nostre circostanze di vita, in un’Europa paganizzante. L’esempio di Chiara Corbella, la madre felice nelle disavventure della malattia e della maternità, brilla nel nostro immaginario. Accanto a lei ci sono altre figure che ci sorprendono perché non sapevamo nulla della loro esistenza. E’ il caso del giovane ingegnere Filippo Gagliardi, morto prematuramente lasciando una moglie incinta: un grande amico dei suoi amici e animatore di un oratorio del nord Italia. Ilaria Nava, giornalista, ha raccolto con rigore di cronaca gli sms, le testimonianze e le lettere degli amici in un libro edito da San Paolo dal titolo “Volevo dirgliene quattro...”. I nostri eroi sono i santi, non me lo voglio dimenticare.

La nuova civiltà sarà costruita dalle famiglie

 
La nuova evangelizzazione dell’Occidente sarà realizzata dalle famiglie. E’ una riflessione che viene spontanea dopo la manifestazione del 20 giugno scorso. Non perché l’evangelizzazione proceda a forza di manifestazioni ma perché si son viste famiglie che si sono mobilitate senza un ordine dall’alto, per forza interiore. Pochi giorni fa sono stato a cena da una famiglia siciliana che festeggiava 11 anni di matrimonio in mezzo all’allegro vociare di cinque figli. La più grande, 9 anni, ha regalato ai genitori un piccolo opuscolo di cui trascrivo il testo senza modificare nulla: “Il fidanzamento di mamma e papà e il loro matrimonio/ Prima di papà la mamma non aveva ancora trovato giusto. Secondo me, la prima volta che la mamma vide papà e papà vide la mamma, intuirono tutti e due che era la persona giusta. Si sono incontrati a un incontro con il papa Giovanni Paolo II (tra una frase e l’altra ci sono 40 cuoricini). Si sono fidanzati 11 agosto. Hanno fatto 4 anni di fidanzamento e dopo si sono sposati quando papà aveva 29 anni e la mamma 28 dell’anno 2004. 2 anni dopo che si sono sposati sono nata io. 3 anni dopo è nata Anna. 5 anni dopo è nato Carlo. 8 anni dopo è nato Andrea e infine 11 anni dopo è nata Costanza. Super bella famiglia!!!!! GRAZIE per non aver avuto paura di avere tanti figli da sfamare, portare a scuola, vestire… SIETE I GENITORI PIU’ MIGLIORI DEL MONDO (come dice Andri)”. La nuova civiltà sarà costruita dalle famiglie, come fecero i monaci all’alba del Medio Evo.